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L’Angeo di fuoco” la vetta di una stagione litica da ricordare al Petruzzelli

BARI  – L’energia visionaria e sconvolgente della musica di Prokofiev, oltre allo slancio incredibile della regia di Emma Dante, fanno sinora dell'”Angelo di fuoco”, la vetta indiscussa di questa imperdibile Stagione lirica della Fondazione Petruzzelli di Bari, ancora domani e martedì nell’allestimento di cinque anni fa all’Opera di Roma.
Si tratta di fronte allo spettatore inconsapevole e non preparato, di un Viaggio tra le pagine più estreme dell’espressionismo, che fu eseguito la prima volta postumo nel 1955 alla Fenice di Venezia.
L’opera è bellissima e ardua, anche grazie ad un Orchestra in grande spolvero come quella del Petruzzelli, diretta da un eccellente Maestro come lo spagnolo Jordi Bernacer e dallo straordinario Coro, qui al massimo delle sue capacità tecniche ed espressive, diretto dalla bravissima Roberta Peroni.
Affiancano Orchestra e Coro, due stratosferici cantanti come il Ruprecht del baritono greco Dimitris Tiliakos e la nota cantante spagnola Angeles Blancas Gulin, dalla vocalità estrema con acuti di rara espressività e un timbro cruento e avvolgente, che si lanciano in acuti sovrumani.
Renate è un ruolo difficilissimo, pieno di contrasti vocali e una fascia fonica di rara bellezza; poi ci sono gli altri interpreti impareggiabili come gli splendidi ballerini e mimi in scena Alis Bianca (Madiel), Enrico Fiorito ( l’Angelo nero) e Ivano Picciallo (Henrich).
Tornando all’interpretazione davvero superlativa dell’Orchestra del Petruzzelli, bisogna complimentarsi con i Professori del loro livello sublime raggiunto in questi anni. Posso dire oggi di saper suonare tutto, ad alti livelli.
Un merito straordinario che va condiviso col Sovrintendente Biscardi, che ha saputo costruire negli anni un’Orchestra di rara professionalità a livello nazionale. Eccezionale negli archi, nei fiati, nei legni e negli ottoni. non possimo aggiungere altro. Un quadro da voti altissimi per tutti. Il pubblico ha risposto con un grande riconoscimento all’Opera di questi giovani professionisti. Applausi intensi alla fine.
Alessandro Romanelli

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