Principale Rubriche Interviste & Opinioni Nuovo terremoto politico giudiziario a Bari: arrestati l’ex assessore regionale Alfonsino Pisicchio...

Nuovo terremoto politico giudiziario a Bari: arrestati l’ex assessore regionale Alfonsino Pisicchio e il fratello Enzo

Il gip: «Favori per ottenere consenso elettorale»

Indagine per corruzione con cinque persone arrestate e due interdette. All’ex assessore si contesta di aver usato la sua influenza politica per una gestione clientelare del suo ruolo. Il fratello sarebbe stato un suo esecutore e si faceva pagare anche la festa di laurea per la figlia da uno degli imprenditori indagati

Corruzione in relazione a tre appalti truccati. Con questa accusa la guardia di finanza ha arrestato ai domiciliari i fratelli Alfonsino ed Enzo (detto Roberto) Pisicchio, nell’ambito di una inchiesta della Procura di Bari. I reati contestati all’ex assessore regionale insieme ad altre sei persone (una finita in carcere, quattro agli arresti domiciliari, due destinatarie del divieto di esercitare le attività professionali per 12 mesi) sono corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione, truffa, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falsità materiale, turbata libertà degli incanti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. In tutto sono 15 gli indagati, a vario titolo, nel fascicolo del pm di Bari, Claudio Pinto.

I provvedimenti di arresto, firmati dal gip Ilaria Casu su richiesta della Procura, hanno riguardato oltre all’ex assessore regionale Alfonsino Piscchio e il fratello Enzo (presidente del partito Iniziativa Democratica),  anche il broker Cosimo Napoletano, 58 anni di Monopoli, finito invece in carcere; mentre hanno beneficiato dei domiciliari il dirigente comunale Francesco Catanese, barese 59enne, e l’imprenditore Giovanni Riefoli, 58 anni originario di Barletta ma residente a Bari. Interdetti dall’attività professionale per 12 mesi Vincenzo Iannuzzi e Grazia Palmitessa. Il nucleo di polizia economico- finanziaria sta inoltre eseguendo sequestri di beni nella disponibilità di due degli indagati (Vincenzo Rinaldi e Cosimo Napoletano) per un valore complessivo di circa 800 mila euro. L’operazione nasce – secondo quanto emerge dagli atti – dalle dichiarazioni rese ai carabinieri del Noe dalla dirigente regionale Barbara Valenzano circa irregolarità commesse da un funzionario del settore attività estrattive.

Le successive indagini, anche tecniche, hanno consentito di accertare cosa succedeva davvero negli uffici del competente settore della Regione Puglia. In particolare, secondo quanto emerge dall’ordinanza firmata dal gip Ilaria Casu, ci sarebbe stata la predisposizione da parte di un broker assicurativo (Cosimo Napoletano), in concorso con altri soggetti, di polizze fideiussorie false, successivamente prodotte ai competenti uffici regionali, a beneficio di numerosi imprenditori che chiedevano l’autorizzazione allo svolgimento di attività estrattiva nelle cave. In tale contesto, sarebbe anche emerso l’uso di polizze false, da parte di altre due società, in procedimenti amministrativi funzionali a ottenere finanziamenti regionali, nell’ambito di programmi di investimento e di agevolazioni alle imprese.

I fratelli Pisicchio avrebbero ricevuto 156mila euro in contanti da società riconducibili a Riefoli, in parte per sé e per il partito Iniziativa Democratica (che faceva parte della coalizione di centrosinistra alle Regionali 2020), anche sottoforma di consulenze fittizie. Ai due viene contestata – in concorso con Catanese e con un componente della commissione di gara (Gianfranco Chiarulli, indagato a piede libero) – anche la turbativa della gara d’appalto bandita dal Comune di Bari per l’affidamento delle attività di supporto alla gestione e riscossione volontaria e coattiva della tassa sui rifiuti (tares-tarsu-tari) e quella sugli immobili (ici-imu), aggiudicata nel settembre del 2019, con importo a base d’asta di euro 5,5 milioni di euro. In particolare, sarebbe stato favorito il raggruppamento temporaneo d’imprese (rt) formato da Golme Plus, Creset e Arca Servizi.

Il provvedimento di custodia cautelare chiarisce, inoltre, che per Alfonsino Pisiscchio le accuse di corruzione e turbata libertà degli incanti riguardano il periodo in cui era assessore della giunta Emiliano, quando avrebbe utilizzato «la sua influenza politica e le sue relazioni, tramite suo fratello Enzo, per una gestione clientelare del suo ruolo, con favoritismi per ottenere ritorni in termini di consenso elettorale, mediante assunzioni nelle imprese favorite o avvantaggiate di persone che assicurano il voto e che avevano militato anche nel suo partito». Enzo Pisicchio, invece, avrebbe agito «quale esecutore delle direttive» del fratello «e quale schermo per impedire di risalire al ruolo e al contributo di Alfonsino».

Enzo Pisicchio avrebbe avuto un «ruolo chiave nella commistione dei reati che gli vengono ascritti» in quanto «intermediario e faccendiere nei rapporti, a vari livelli, tra funzionari della pubblica amministrazione – comunale e regionale – e imprenditori non solo a livello locale ma anche nazionale». La gip evidenzia «la gravità delle sue condotte, la spregiudicatezza mostrata nella commissione dei reati finalizzata a soddisfare un incontenibile appetito di utilità», spiegando che per utilità si intendono «pc, telefonini, mobilio per la casa, la finta assunzione di sua figlia, pagamento per mano di Riefoli della festa di laurea di sua figlia, ingenti somme di denaro contante». «Le vicende esaminate hanno mostrato l’ampia capacità dei due indagati di sfruttare le relazioni costruite nel tanto tempo in ambito regionale e comunale per pilotare l’azione amministrativa e trarne vantaggio personale», prosegue la gip.

L’arresto dell’ex assessore Pisicchio arriva a poche ore dalla decisione di dimettersi da commissario straordinario dell’agenzia regionale Arti, ruolo per il quale era stato indicato dal governatore Michele Emiliano. E si tratta di una nuova tegola giudiziaria sul centrosinistra pugliese, dopo le due operazioni che negli ultimi due mesi hanno fatto emergere casi di voti di scambio (in alcuni casi anche influenzato dai clan) a Bari.

Marcario Giacomo

Editorialista de Il Corriere Nazionale

http://www.corrierenazionale.net

LASCIA UNA RISPOSTA

Inserisci il tuo commento, grazie!
Inserisci il tuo nome qui, grazie

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.