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Honorè de Balzac: «I piccoli borghesi»

I borghesi piccoli di ogni tempo

Con il libro di oggi siamo in Francia, il primo capitolo è appunto: “LA PARIGI CHE SE NE VA”.

L’autore, Honoré de Balzac (Tours, 20 maggio 1799 – Parigi, 18 agosto 1850) lo scrive verso la fine dei suoi anni, parlando di un paese che ha superato la fase napoleonica, le varie sante alleanze, erano tornati i Borboni con Luigi XVIII, detto, appunto, il “monarca borghese”.

Dice Italo Calvino nell’introduzione, che proprio da quel periodo storico nasce la: “fortuna dell’epiteto < piccolo borghese >, divenuto oggi ossessivo e logorato dall’uso”.

Difatti c’è “Piccoli Borghesi” del russo Maxim Gorky scritto diversi decenni dopo, un dramma rappresentato nel 1902 e che ha avuto diverse riproduzioni teatrali in TV negli anni 60 ed anche con Giorgio Strehler ed il suo Piccolo Teatro di Milano.

Come non ricordare ancora il film “Un borghese piccolo, piccolo” con Alberto Sordi, e per finire il libro ” Mussolini Piccolo Borghese” scritto nel 1950 da Paolo Monelli, una sorta di antesignano inviato di guerra (s’è fatto due guerre mondiali).

 

Abbiamo divagato e quest’ultimo libro non compare nella nostra soffitta.

Il nostro libro c’è: edizione Unità/Einaudi, una riproduzione di una collana (Centopagine) di libri del 1971, gestita da Italo Calvino, che è anche l’autore della nota introduttiva del romanzo balzacchiano.

Ritornando alla Parigi che se ne va, Honorè descrive quella piccola borghesia urbana che immagina di avere di nuovo la supremazia sociale, in una città che si trasforma.

Come riporta Calvino, l’autore costruisce il racconto producendo anche una inchiesta sulla “degradazione urbanistica” di Parigi, raccontando dei bei palazzi seicenteschi sostituti, e finendo col descrivere la casa di Jérome-Luigi Thuillier nella quale si svolgerà tutta la storia.

Anzi, com’è nello stile di Balzac. la descrizione è minuziosa, “…vano per vano, la storia dei passaggi di proprietà, coi relativi prezzi. Un resoconto catastale e notarile, che subito si carica d’una pressione sanguigna, come d’organismo vivente, e culmina nella descrizione dell’arredamento che i nuovi padroni hanno imposto a quelle sale” .

Un intero primo capitolo è dedicato alla casa, poi minuziose e dettagliate sono le caratterizzazioni degli altri personaggi: Maria-Gianna-Brigitte, la sorella, che vive la casa insieme al fratello, mostrandosi a vicenda un affetto morboso.

Poi c ’è Celeste Lemprun, una ricca ereditiera che punta al signore di casa, figlia di un collega di banca, poi Colleville, un amico, con la consorte, il signore e la signora Phellion, in coniugi Minard, insomma ” un piccolo politicante, un funzionario corrotto, un mercante di merce adulterata”.

Bisogna arrivare a metà del sesto capitolo, e tutti i personaggi cosi descritti entrano in scena insieme, in una serata dove sono tutti riuniti.

Qui la narrazione passa all’azione, partendo dai discorsi dei commensali e poi passando alla trama fitta degli intrighi: la posta in gioco è la eredità della bella Celeste.

Qui entra il protagonista Théodose de la Peyrade, una sorta di avvocato dei poveri.

Balzac non completò il romanzo. Sei anni dopo la sua morte fu un certo Rabou a concludere, su commissione, il romanzo.

Nel tempo, utilizzando frammenti ed appunti si è ricostruita la parte finale stabilendo con certezza ciò che Balzac ha scritto.

Per la fortuna della rete il nostro libro di oggi è anche interamente online e lo potete leggere anche in video.

Gusterete la prosa di Balzac, la stupenda descrizione dei piccoli borghesi che per me sta anche in una sola frase:

..La miseria, specie a Parigi, ha insondabili recessi, fondi limacciosi, e quando un annegato riemerge da questo letto alla superficie ne reca le impurità appiccicate al corpo o agli abiti.

Cérizet, l’amico già benestante, il protettore di Teodosio, era il sudiciume fangoso ancora attaccato al provenzale e l’ex gerente dell’accomandita capiva che egli voleva spazzolarlo via ora che si trovava in un ambiente nel quale vestirsi con decoro era di prammatica”.

Buona lettura e buona estate.

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Redazione Corriere Nazionale

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