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Taranto – La mancata firma di Luigi Abbate, Liviano: “un errore gravissimo un’autentica fesseria”

Ve lo ricordate il giornalista Luigi Abbate di BlustarTv al quale Archinà il guardaspalle di patron Riva dell’Ilva strappò il microfono?  Dal giornalismo alla politica non sempre funziona, spesso si sacrifica una carriera.

L’ultima vicenda vede il maggior oppositore di Melucci compiere un atto inspiegabile ritirare la 17esima firma necessaria per far dimettere il sindaco.

Luigi Abbate si giustifica di rimanere consigliere d’opposizione, togliendo la 17sima firma necessaria per far cadere Melucci, perché gli altri partiti non avrebbero condiviso l’ordine del giorno per far cadere il sindaco e non vuole essere il burattino di Emiliano

Non c’è comportamento a dir poco più pleonastico, se non fosse evidente che restare sullo scranno di consigliere ha i suoi vantaggi economici.

Borracino del PD non la manda a dire

“Melucci salvato dal suo più Fiero oppositore, se avesse un sussulto d’orgoglio, dovrebbe immediatamente dimettersi.

Rivolgiamo intanto un appello ai consiglieri di “onesto sentire” affinché si uniscano ai 16 firmatari delle dimissioni dal notaio per chiudere questa pagina tragicomica che trascina verso il basso Taranto. LIBERIAMO LA CITTÀ!!! “

In un lungo video su Facebook Gianni Liviano, consigliere comunale, tra i firmatari dal notaio, dice che condivide il giudizio di Abbate su Emiliano che un giorno promuove Melucci ed un giorno no e di non voler avvallare le scelte del governatore, Ma il suo commento è tranciate rispetto alla mancata firma dal notaio ”

“in politica quella che sto provando a definire in questi giorni interroga l’eterogenesi dei fini cioè quando hai un obiettivo, un obiettivo condiviso con delle persone, a prescindere dalla storia, dalle motivazioni che ti spingono a fare delle scelte è il raggiungimento dell’obiettivo che conta. A mio parere Abbate ha fatto un errore gravissimo, un’autentica fesseria che avrà difficoltà a spiegare ai suoi amici ed elettori”

Liviano appalesa ancora di più le difficoltà del futuro: “ andare a votare a Giugno significa perdere solo tre mesi, perdere tempo con un Comune ingessato, con un assemblea di fatto dimezzata, significherà ‘governicchiare’ e magari dimettersi molto dopo maturando un anno e mezzo di commissariamento”.

Ecco la politica che gioca con le difficoltà dei cittadini, anzi qualcuno ironizza e se ci dimettessimo noi da cittadini? Dove si firma?

Redazione Corriere Nazionale

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

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