Oggi il mio volo Cracovia/Bari è atterrato in orario.
Alle 14.40 ho preso l’airbus per Taranto.
Lungo il tragitto ho avuto una interessante conversazione con il conducente, iniziata durante un pit stop in via eccezionale, fatto per permettere ad un bambino di andare in bagno.
Mi ha spiegato che ieri mattina la tratta Taranto/Aeroporto di Bari delle 10.45 ha avuto un ritardo di un’ora e mezza, a causa del blocco del traffico conseguente allo sciopero degli operai dell’ exIlva. Non ne ero a conoscenza e ho chiesto se la richiesta fosse la chiusura.
Io e il conducente abbiamo chiarito alcuni punti, su indotto e vittime da immolare.
E noi 4 persone a bordo del mezzo (il conducente, io, una mamma col suo bambino), insieme con l’intelligenza artificiale, abbiamo sviluppato questa storia, lasciandoci ispirare da elementi del nostro passato (come la foto di Giuliano Doro che mi ritrae ai piedi del mostro) e del nostro presente.
Nel cuore della sua Taranto, Giulia si trovava di fronte a una scelta cruciale. Mentre la comunità la applaudiva per il suo talento artistico, la famiglia la pressava sempre più per abbracciare una carriera sicura nell’ILVA. Intraprese così il suo viaggio personale, affrontando la chiamata all’avventura.
Decisa a seguire il suo cuore e a riscoprire le radici della sua terra, Giulia si immerse in un mondo di tradizioni popolari e di leggende marine. Le botteghe degli artigiani divennero le sue aule. Imparò non solo l’arte, ma anche le storie tramandate di generazione in generazione. Il vecchio pescatore, suo mentore, la guidò attraverso prove e saggezza, rivelando la profonda connessione tra le tradizioni e l’anima di Taranto.
La strada del ritorno si rivelò difficile quando la famiglia di Giulia, delusa dalla sua scelta, cercò di convincerla a cambiare direzione. Le pressioni aumentarono, ma la giovane artista resistette, convinta che il suo percorso avrebbe portato equilibrio tra passato e presente.
Nel corso della sua avventura, Giulia incontrò ostacoli imprevisti. L’industria siderurgica aveva un impatto devastante sull’ambiente marino, minacciando le creature leggendarie che lei tanto amava. La sua missione si trasformò in una crisi suprema, costringendola a confrontare la difficile realtà e a cercare soluzioni creative.
Con determinazione, Giulia mobilitò la comunità locale, unendo gli artigiani, i pescatori e gli abitanti in una causa comune per proteggere il mare e preservare le tradizioni.
La sua rinascita avvenne quando riuscì a sensibilizzare l’opinione pubblica e a influenzare positivamente le politiche locali, portando cambiamenti sostenibili.
Giulia tornò alla sua Taranto come una eroina moderna, che aveva affrontato le sfide e aveva abbracciato la sua autentica vocazione. La sua arte non solo decorava le case, ma ispirava anche una nuova generazione a valorizzare la cultura e a proteggere l’ambiente marino.
Con il suo coraggio, Giulia trasformò la sua città in un luogo in cui la magia delle tradizioni si fonde armoniosamente con il progresso sostenibile.