Principale Arte, Cultura & Società Sport & Motori Un 12enne di Giovinazzo, una Fiera, un riscatto

Un 12enne di Giovinazzo, una Fiera, un riscatto

140.000 visitatori da 60 nazioni, 2500 cavalli di 60 razze, 700 ditte espositrici da 25 paesi con 35 aziende allevatoriali e 25 delegazioni di buyer attivi nel settore, questi i numeri da paura registrati dalla Fieracavalli 2023 di Verona, (tra l’altro unica tappa italiana della Coppa del Mondo di Salto Ostacoli Longines FEI Jumping World CupTM, che annovera tra i suoi iscritti i più importanti nomi del ranking mondiale) che ha chiuso i battenti l’altra domenica. Quattro giorni intensi con oltre 200 eventi, compresa la presenza della leggenda del trotto mondiale, il cavallo Varenne (con tanto di premio alla carriera con la presenza del Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida) non poteva festeggiare meglio di così i suoi 125 anni di storia questa Fiera, se non all’altezza della sua fama di uno dei più importanti appuntamenti del mondo dell’equitazione e dintorni.
Un successo peraltro anche di un settore di cui si è però sempre parlato poco, considerando che il mondo legato al cavallo in generale è una filiera che vale oltre 3 miliardi di euro, occupa 35mila persone e promette numeri ancor maggiori, se sostenuta, viste le importanti realtà nazionali che vanta con orgoglio. Senza contare la naturale ricaduta non solo per la promozione dell’offerta legata all’equiturismo o a quello rurale, quanto e soprattutto della pubblicità che fa alle nostre tantissime produzioni tipiche locali: stiamo praticamente parlando, e scusate se è poco, di quella biodiversità edibile che, con oltre il 50 % della produzione mondiale, vede da sola l’Italia sulla cima del Mondo con un’offerta inarrivabile anche in termini di qualità assoluta. Buon segno, dunque, la presenza a Verona, nella circostanza, di ben 4 Ministri (Agricoltura, Turismo, Sport e Disabilità) anche a ribadire il carattere a tutto tondo di questo appuntamento.
Unica nota però amara, scrivendo di questo evento, la nostra nostalghia (ovvero il rimpianto per ciò che sarebbe potuto essere e non è stato) pensando a oltre trent’anni fa. E cioè al lontano HIPPOS – Salone Mediterraneo del Cavallo che vedeva Bari proporre qualcosa di analogo alla Fieracavalli di Verona – ma rivolto in particolar modo al ricco mercato dei popoli dirimpettai e dell’Est – che pure ebbe successo (ma poi abortì quasi subito) e ospitato nei grandiosi spazi di una ancora integra Fiera del Levante. Già questa nostra Fiera, orgoglio di una Bari polo di riferimento e incontro del Sud con il resto dell’Italia e del nostro Paese con l’estero, ma ora spezzettata, se vogliamo pressoché subalterna e dal destino incerto. Pensieri in libertà pensando alle Fiere che nel medioevo ci vedevano protagonisti, ai nostri allevamenti, e alla vittoria di un ragazzo che con il suo oro a Verona ha finito con il rinverdire anche la fama di un’inespugnabile e antichissima cittadina, la sua Giovinazzo, casa di santi, grandi cavalieri e “Capitani”, nonché dimora di nobili casate anche del Nord.
L’autore dell’impresa? Gabriel Maria Marino, 12 anni e l’argento vivo addosso che, in un solo anno di equitazione e in sella a un cavallo nemmeno di proprietà, Zibro, ha avuto la meglio su ben 45 cavalieri e amazzoni arrivati a Verona da tutta Italia, Miglior percorso netto e 88 punti nella sua categoria, il giovane Marino ha conquistato così l’individuale del Trofeo Pony (ostacoli alti un metro) e vinto la medaglia d’oro, l’unica della Puglia, in questa preziosa classe d’esordio per le giovani promesse dell’equitazione. Una medaglia che è il risultato di un anno di intenso lavoro nella scuderia, affiliata alla Fise, Giovanni De Trizio di Bitonto, di un istruttore, Davide Cantatore, che ha subito intuito le capacità del giovane Gabriel e puntato su di lui per arrivare a questo traguardo che in qualche modo potesse rappresentare un simbolo e un riscatto di una Puglia che ha tanto da dire anche in questo settore. Peccato solo non abbia potuto gioire personalmente di questo strepitoso risultato, almeno Quaggiù, perché venuto meno proprio a un passo da questa fortunata trasferta a Verona. Ma per lui e con il suo allievo ci è potuta andare la sua compagna, Maide Candido, altra validissima istruttrice E comunque, ne siamo certi, a vedere questa vittoria davvero “col cuore oltre l’ostacolo” – è proprio il caso di dirlo – c’era anche lui. eccome. D’altronde a ricordarlo a tutti ci ha pure pensato il giovane Marino disegnando un grande cuore col pennarello seguìto da un “dedicato a Davide” sul grande tabellone della gara a bordo campo che raccoglieva le firme dei partecipanti.
Enrico Tedeschi

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