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L’Ites Olivetti di Lecce a lezione di clima e giornalismo per un futuro sostenibile

Venerdi scorso alcuni docenti e studenti dell’Ites Olivetti di Lecce hanno visitato la sede centrale del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), Fondazione dedicata agli studi sul clima, sede di eventi pubblici, incontri, dibattiti, meeting internazionali di ricerca.

Il CMCC ha come missione primaria la realizzazione di approfonditi studi e modelli relativi al nostro sistema climatico, con particolare attenzione alle interazioni tra il clima e la società. Il suo obiettivo principale è garantire risultati affidabili, tempestivi e rigorosi per promuovere la crescita sostenibile, preservare l’ambiente e sviluppare politiche di adattamento e mitigazione basate su solide basi scientifiche, soprattutto in un contesto di crescenti cambiamenti climatici.

All’interno del CMCC, una task force multidisciplinare opera con competenze specializzate in diverse aree. Questa squadra coinvolge esperti di oceanografia e modellistica marina, che si occupano di studiare gli oceani a livello globale, regionale (come il Mar Mediterraneo e il Mar Nero) e costiero. Inoltre, il CMCC si avvale di esperti di calcolo avanzato, data science, machine learning e Intelligenza Artificiale per migliorare la precisione dei modelli climatici e delle previsioni. Infine, vi sono specialisti dedicati all’analisi degli impatti dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi terrestri e sul settore agro-forestale.

Le attività di ricerca della task force coprono un’ampia gamma di scale, dalla scala globale a progetti specifici concentrati sulla regione Puglia, con l’obiettivo di sviluppare strategie e soluzioni adatte al contesto regionale.

Questo straordinario capitale umano collabora attivamente con oltre un centinaio di professionisti che lavorano nelle diverse sedi della Fondazione CMCC e con numerosi centri di ricerca nazionali e internazionali. Insieme si dedicano a studi sull’interazione tra clima, ambiente, economia e società, fornendo le basi scientifiche necessarie per affrontare le sfide dei cambiamenti climatici.

Inoltre, è stato sottolineato e illustrato il ruolo rivoluzionario dell’Intelligenza Artificiale e dell’Informatica nelle previsioni dei modelli climatici.

Gli autori propongono un approccio innovativo basato sulla generazione di grandi insiemi di simulazioni a una risoluzione moderatamente elevata (tra 10-50 km, rispetto ai circa 100 km dello standard attuale).

Aumentando moderatamente la risoluzione globale e facendo un uso ampio dei dati osservativi e simulati, si mira a ridurre gli errori nei modelli climatici e a quantificare le incertezze attraverso l’uso di ampi “ensemble” di simulazioni. Questo approccio è fondamentale per migliorare la modellazione climatica e valutare con maggiore precisione il rischio climatico, permettendo una più ampia adozione di politiche adeguate ai cambiamenti climatici.

Gli insegnanti, consapevoli dell’investimento cruciale per un futuro sostenibile, comprendono che istruire ogni studente sulle scienze del clima e fornire loro le conoscenze e competenze civiche necessarie per agire, è prioritario. È un dovere dei leader globali assicurare spazi e risorse educative atte a trasmettere una lezione fondamentale del nostro tempo. Il futuro dipende dalla consapevolezza del clima e dalla capacità di agire in modo responsabile. Educare le generazioni future su questo tema cruciale è il cardine di qualsiasi strategia per affrontare le sfide ambientali globali.

Altro tema della mattinata è stato il legame tra Comunicazione, Giornalismo e Scienza, nodo cruciale per immaginare una società in cui il diritto di sapere, il dovere di apprendere, la scienza e la cultura sono strettamente intrecciati.

A tal proposito Marino Sinibaldi, autore, conduttore e direttore Rai Radio3, ed Elisabetta Tola, giornalista scientifica e data journalist – Radio3Scienza, hanno argomentato come il rapporto tra Giornalismo e Scienza è spesso complesso. E’ fondamentale fornire informazioni esaustive e comprensibili per tutti, aiutando il pubblico a sviluppare opinioni basate su una comprensione informata. Purtroppo, talvolta, a causa di incompetenza scientifica, rapidità nella comunicazione o enfasi giornalistica, i media possono diffondere confusione e fraintendimenti, tradendo il loro importante ruolo, anche se spesso in modo involontario.

Solo attraverso una cittadinanza ben informata possiamo sperare di affrontare le sfide globali, che vanno dalla crisi climatica alla lotta contro l’ingiustizia sociale. La recente pandemia ha inequivocabilmente sottolineato questa lezione. Questo connubio è fondamentale per una comprensione profonda dei problemi e per intraprendere azioni costruttive verso un mondo migliore.

Per costruire una società in cui scienza e informazione giornalistica lavorino in armonia, si deve promuovere la comunicazione chiara e precisa tra scienziati, giornalisti e  pubblico. Questo richiede una maggiore responsabilità da parte dei media nel garantire l’accuratezza e la trasparenza delle informazioni. Solo si può sperare di affrontare le sfide globali con saggezza e consapevolezza, contribuendo a un futuro migliore per tutti.

Giovanna Quarta

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