Principale Politica Il Superbonus non andava fatto

Il Superbonus non andava fatto

Editoriale di Daniela Piesco Co-Direttore Radici 

Il Governo «non ha intenzione di procedere alla proroga delle misure relative agli interventi nelle forme finora conosciute». Al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti bastano poche parole nella risposta di ieri al Question Time alla Camera per affossare le speranze di una riapertura dei termini per le ristrutturazioni avviate con il Superbonus e inciampate nel caos di questi mesi sulla cessione dei crediti: ora serve solo un’exit strategy che sciolga l’intricatissimo nodo dei crediti incagliati, scongiuri il fallimento di migliaia di imprese e salvi dal baratro le famiglie italiane che hanno creduto nelle promesse a 5 Stelle di Conte e i suoi..

Sembra quindi tramontare definitivamente l’ipotesi di una mini-proroga del 110% di qualche mese per i lavori negli edifici condominiali, con stato di avanzamento almeno al 60%, circolata nei giorni scorsi.

In sintesi, ha evidenziato il ministro, “se da una parte la stima dell’impatto macroeconomico del Superbonus 110% è incerta, dall’altra parte la quantificazione dei costi per le finanze pubbliche è certa e dovrà darsene conto anche nella prossima nota di aggiornamento al Def. .

Il super bonus :un regalo che è costato molto caro, per nulla equo e occasione più che mai ghiotta per truffe, raggiri e aumenti sconsiderati dei prezzi.

Di fatto l’agenzia delle entrate, per salvaguardare i guadagni e gli interessi delle banche, ha ipotecati le case di chi ha usufruito dei bonus del 110% e del 90%. Queste misure si chiamano in gergo “procedure cautelari”, prevedono l’ ipoteca preventiva sugli immobili che hanno beneficiato dei bonus 110% e 90%. L’ipoteca serve a garantire banche, Agenzia delle Entrate e creditori vari, a sindacare e a controllare su tutta la procedura , come da sentenza della Cassazione, è la stessa Agenzia delle Entrate.

Di fatto con i “superbonus” i condomini hanno ipotecato le loro case.

La Cassazione in questo caso ha sentenziato abbracciando una sfera che va dal diritto tributario al diritto civile, dall’amministrativo al penale. Nei casi più sciagurati, già è possibile prevedere il pignoramento dell’immobile, e poi la messa all’asta. L’ipoteca serve a garantire solamente le banche, Agenzia delle Entrate e i grandi gruppi industriali e finanziari,che potranno appropriarsi degli immobili dei cittadini solamente perchè hanno usufruito dei bonus dati dallo Stato.

Questo è l’ennesimo attacco a tutti i cittadini che in Italia posseggono una casa, il nostro paese infatti ha il più alto tasso di case di proprietà in tutta Europa .Ovviamente, come sempre accade nel nostro Paese con il consenso del governo, si pensa solamente a privilegiare i ricchi, le banche e le grandi multinazionali a penalizzando e impoverendo sempre di più il popolo.

Il governo Meloni, che sta pasticciando su più fronti, su una cosa ci ha visto giusto: bloccare il Superbonus

Secondo fonti di stampa, sembrerebbe che negli ultimi giorni vari esponenti della politica stiano focalizzando la loro attenzione sul Superbonus condomini, il quale nel 2024 subirà una prima modifica sostanziale della detrazione che passerà dall’attuale 90/110 % (relativamente alla presentazione della CILA-S) al 70%. Tuttavia, nei primi mesi del 2024 potrebbe essere riproposto un modello simile che ha riguardato il caso delle unifamiliari, includendo una possibile proroga di 3 mesi per i condomini che soddisfino determinati requisiti: stato avanzamento lavori del 60 o 70%.

Se la proroga del Superbonus 110% prevederà davvero una percentuale di avanzamento lavori al 60% , requisito indispensabile per ottenere il beneficio per tre mesi ancora nel 2024, invece della scadenza naturale del 31 dicembre 2023,oltre il 50% dei cantieri avviati non riuscirà a terminare i lavori .

Come scongiurare il peggio?

Per la CNA è necessaria una proroga per i condomini che hanno avviato i cantieri per gli interventi del Superbonus e che hanno già raggiunto uno stato di avanzamento lavori a settembre pari al 30%.

Per l’Ance è indispensabile riaprire il più velocemente possibile l’acquisto dei crediti da parte delle società partecipate dallo Stato e assicurare una proroga di almeno 6 mesi del Superbonus per gli interventi sui condomini già avviati al 17 febbraio 2023, per i quali operano ancora la cessione del credito e lo sconto in fattura, a condizione che, al 31 dicembre 2023, siano stati effettuati lavori per almeno il 30% dell’intervento complessivo.

Certo è che serve riordinare il sistema degli incentivi del comparto casa per renderlo sostenibile per le finanze pubbliche e il mercato.

E in effetti i bonus per la riqualificazione energetica delle case, e in particolare il Superbonus, sono stati fortemente ridimensionati già con l’ultima legge di Bilancio sia in termini di percentuali sia nella platea dei potenziali beneficiari, oltre alla cancellazione dell’opzione della cessione del credito, che sembrava, sì, una manna dal cielo, ma solo in apparenza.

LASCIA UNA RISPOSTA

Inserisci il tuo commento, grazie!
Inserisci il tuo nome qui, grazie

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.