Principale Estero Viaggi & Turismo In Sicilia si vive a un altro ritmo. Sarà vero?

In Sicilia si vive a un altro ritmo. Sarà vero?

La Sicilia dagli occhi di una fotografa professionista.

La Sicilia, meta di vacanze per i turisti e meta di speranza per i rifugiati. Terra di generosità e terra di mafia.

È la regione dai mille contrasti, una regione italiana a volte dimenticata dallo Stato e il più delle volte che si vuol lasciar dimenticare da esso.

È ciò che ha colto Raffaella Ippolito con la sua azienda ‘Liberre phototeller’, una fotografa pugliese freelance di grande calibro, vincitrice di più concorsi fotografici, nota per le sue foto con story telling.

Le foto artistiche di Ippolito Raffaella hanno una caratteristica precisa; non sono mere fotografie che lasciano spazio alla libera interpretazione di chi le vede, ma lei stessa guida l’osservatore con i suoi scritti emozionali in cui esterna cosa vede nel mirino della sua professionale mirrorless, ma soprattutto cosa sente mentre scatta.

Il suo ultimo reportage è in realtà frutto di una vacanza privata in Sicilia, dove non si limita a viversi il meritato riposo dopo un lungo anno di attività, ma condivide, come è abituata fare, con i suoi followers le emozioni che prova in tutto ciò che vive e vede attraverso la street photography che tanto la appassiona.

In tali immagini evoca una Sicilia elegante supponendo sia stata una gran ‘signora’ in altri tempi come si può dedurre dai suoi ornamentali monumenti e maestose piazze, oggi purtroppo non valorizzati quanto meriterebbero dalle amministrazioni locali o dalla gente, probabilmente.

Ippolito denuncia una Sicilia diffidente e pericolosa in taluni vicoli e festosa e generosa in altri. Una Sicilia con ritmi meno serrati e cadenzati, dove la giornata pare a certi tratti più lunga del solito proprio per la calma e la quiete di cui è nutrita. In Sicilia la colazione non si consuma e basta, ma la si assapora e la si gusta lentamente. E così anche il suo profumo di limoni, il mare, l’imponenza dell’Etna.

Una Sicilia piena di ossimori che nelle sue bellezze e pecche non lascia indifferente alcun turista.

Sotto i suoi scatti fatti con il suo smartphone per scelta personale, la stessa Raffaella Ippolito scrive:

“È facile essere felici in Sicilia, ma è un’operazione che richiede un adattamento biologico oltre che culturale: bisogna imparare a vivere il tempo alla maniera siciliana.

La Sicilia è, sì, arancini-cannoli-mare-sole, ma è anche così tante altre cose che non so davvero da dove iniziare.

È Storia. Architettura. Matematica. Musica.

Panchine al sole, palme di dieci metri, città eleganti, porticcioli pieni di barche di legno dipinto. E poi terra, fichi d’india, dialetto, Montalbano, Archimede, Falcone e Borsellino.

È un attico pieno di luce con un terrazzo che vede il mare.

È sporcizia e sudore.

In Sicilia si vive a un altro ritmo.

All’inizio quasi ti irrita.

La gente apre i negozi quando si sveglia, non per forza ad un orario preciso. I musei sono spesso chiusi.

Le indicazioni stradali sono poche e fatte male perché tanto “uno la strada per andare dove deve andare la sa”.

Poi piano piano ti accorgi che a vivere con lentezza si vive bene.

È il ritmo naturale della vita.

Io non lo so cosa è la Sicilia.

A lei vorrei dire tutto e forse, però, non direi nulla.

Un potenziale stratosferico sublimato dalle infinite brutture che noi stessi esseri umani combiniamo.

Una natura incontaminata, frastagliata, avvolta in città fantasma dove purtroppo il degrado regna sovrano.

Un po’ delusa certo, perché quella natura merita una cura differente.

A tratti emozionata ma neanche tanto.

Io non lo so se amo la Sicilia e neanche se ci ritornerei.

Ma non potrò mai non essergli grata.”

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