
Sensazionale scoperta archeologica ad Altamura in Via G.B. Castelli, davanti all’ingresso secondario dell’ex ospedale, all’incrocio con Viale Regina Margherita.
Il ritrovamento di una porzione del sito è venuto alla luce l’altro giorno durante i lavori di posa dei cavi della fibra ottica a cura dell’impresa appaltatrice Circet.
Marco Bileddo, archeologo alle dipendenze della Fabers di Matera, società leader nella fornitura di servizi per l’archeologia, in stretta collaborazione con la dott.ssa Ebe Princigalli della Sovrintendenza dei Beni culturali di Bari e con un responsabile tecnico del Comune di Altamura, hanno fatto un sopralluogo in situ.
Sono stati intercettati diversi livelli di stratificazione e raccolti sia laterizi che scarti di lavorazione. Inizialmente si è pensato alla presenza di una fornace, mentre in realtà nel corso dello scavo si è delineata l’ipotesi che si tratta di una fossa di combustione, diversa dalla fornace; le fosse vengono utilizzate per trattare l’argilla come copertura che poi viene cotta con fogliame e paglia secca che producono molto fumo
Si è deciso di allargare lo scavo per un saggio più approfondito, ha aggiunto M. Bileddo, vista la presenza di più livelli di stratificazione molto carboniosi e di muri, unitamente ad un banco di calcarenite tagliato per l’utilizzo.
Le ipotesi al momento allo studio sono i livelli precedenti che dovevano rappresentare probabilmente un’abitazione capannicola di età arcaica, precedente alla datazione delle mura megalitiche, le quali secondo gli storici locali, sono databile intorno al V sec. a.C.

Le datazioni fatte al presente sono supposizioni attraverso i ritrovamenti di ceramiche, di frammenti, niente di intero; la zona d’interesse, è stato stabilito, è esterna alle mura megalitiche; possiamo ipotizzare, ha continuato M. Bileddo, che le mura megalitiche dovessero correre dove c’è l’attuale ospedale, le quali deviavano di qualche metro per salire verso la collina in prossimità dove c’è oggi la chiesa di S. Teresa.
Insomma, il sito in questione doveva essere probabilmente una zona abitativa capannicola, con zoccolo in pietra e alzato in materiale deperibile.
Ora la fase successiva è di continuare gli scavi, e accertarsi della effettiva presenza della fossa di combustione.
Va comunque precisato che detto sito non è mai stato intaccato neanche in epoca medievale; la massicciata, poggiata sull’antico asse stradale, non è mai stata toccata, se non dai tubi del gas e attualmente dalla posa dei cavi della fibra ottica.