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Lo studentucolo dal pensiero di Antonio Gramsci

L’Opinione di Roberto Chiavarini

“Lo studentucolo che sa un po’ di latino e di storia … che è riuscito a strappare uno straccetto di laurea alla sorveglianza e al lasciar passare dei professori, crederà di essere diverso e superiore anche al miglior Operaio”.
ANTONIO GRAMSCI

Così si esprimeva in tempi non sospetti Gramsci …

Ed io aggiungo:
Eccezioni a parte, naturalmente, perchè, oggi, di ragazzi volonterosi, che desiderino studiare ed istruirsi (cosa ben diversa

dall’essere educati), ce ne sono, eccome, ma quegli Individui ai quali si riferiva Gramsci (laureati per forza), erano, e restano, le metastasi di una Società malata.

Se poi ipotizziamo che, molti di loro, da adulti, entreranno a far parte del mondo del lavoro attraverso la corrotta (intellettualmente, per carità) “raccomandazione”, ovvero privi di qualsiasi “merito” accertato e certificato, quand’anche dovessero risultare funzionali al “Sistema” che li ha raccomandati, produrrebbero un danno morale ed economico alla Società civile, pressochè incalcolabile.

E, ciò, lo affermo pensando al Grande Giuseppe Di Vittorio, nato a Cerignola (Fg) l’11 agosto 1892 , orgoglio della nostra Antica Terra di Puglia, il quale, in possesso della sola Terza Elementare e di Professione Contadino, fu Partigiano, Sindacalista e grandissimo Statista della sua Epoca e la fama ed il prestigio di
Di Vittorio, ebbero largo seguito tra la Classe Operaia ed il movimento sindacale di tutto il mondo, tanto che, nel 1953, fu eletto Presidente della Federazione Sindacale Mondiale.

Una arcaica “regola” di Ragioneria, impone il “principio”, secondo il quale, più aumenta la produzione (in questo caso di laureati) più scema il prodotto.
Forse andrebbe rifondato il mondo della Università … ma anche delle scuole Medie e delle Superiori …

Perchè, invece di istruire i giovani, la Scuola in generale, li forma in maniera che siano, un domani, funzionali al “Sistema” …

Forse…

…e, forse ancora, andrebbe dato maggiore spazio all’artigianato e alla creatività, libero da “lacci” e “lacciuoli” burocratici, attraverso una scuola professionale che si avalesse di autentici “Maestri”, ovvero di collaudati artigiani di lungo corso e non magari di laureati a cui manchi la manualita intellettivamente creativa, atteso che,
l’Italia, è stata, sin dalla notte dei Tempi,  al centro della Economia
Internazionale, della Cultura e dell’Arte del mondo intero …

Chissà …

L’uomo, ha una sola vita in tutta la Eternità, peraltro di brevissima durata, direi infinitesimale, e sciuparla così, è inaccettabile …

Una scuola che non insegna più i valori di un popolo come il nostro, dal recente e glorioso passato, è un popolo svenduto ancora una volta allo straniero … come da tradizione …

E mi torna in mente la strofa di una canzone che ad un certo punto recitava :
“Il Piave mormorò… non passa lo straniero…”

Proprio quel Piave, che si tinse di rosso del sangue dei nostri nonni e dei nostri bisnonni, per garantire alle future generazioni, la libertà e la indipendenza del nostro Paese …

E lo dico nel rispetto e nel ricordo di chi ha rinunciato alla propria vita, per un futuro migliore da garantire ai suoi figli e ai figli dei figli che poi sono venuti al mondo…

Ed un giovane d’oggi, se non sa che qualcuno è morto per lui, perchè oramai in nessuna scuola si ricorda il suo sacrificio, di cosa possiamo lamentarci ?

Questo, è il mio Paese ma anche il mio parere …

… così è se vi piace … e se non vi piace … pazienza …

ROBERTO CHIAVARINI
Opinionista di Arte e Politica

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