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L’Ungheria nega di aver posto il veto al testo UE sul mandato di arresto di Putin

Il portavoce del ministero degli Esteri dell’Ungheria Mate Paczolay respinge le accuse secondo cui Budapest avrebbe posto il veto alla dichiarazione congiunta dell’UE che accoglieva favorevolmente la decisione della Corte penale internazionale (CPI) con sede a L’Aia di emettere un mandato di arresto per Vladimir Putin, accusato di crimini di guerra. Dichiarando a tal proposito che: “È una bugia che l’Ungheria abbia posto il veto alla dichiarazione dell’UE sul caso della CPI. L’Ungheria ha preso nota della decisione della Corte penale internazionale e non desidera commentarla in alcun modo. Tuttavia, se l’Alto Rappresentante o qualsiasi Stato membro desidera rilasciare una dichiarazione, l’Ungheria non si opporrà a essa“.

L’Ungheria nega di aver posto il veto al testo UE

Pertanto, per evidenziare il sostegno alla decisione della Corte penale internazionale, il capo della politica estera dell’UE Josep Borrell, ha rilasciato una dichiarazione a suo nome la quale è stata firmata da 26 ministri, ma senza che Budapest appaia come firmatario. In altre parole, i ministri degli Stati membri dell’UE hanno firmato congiuntamente un documento in relazione al mandato, mentre l’Ungheria semplicemente non ha voluto aderire a tale dichiarazione. Altresì si è impegnata a non opporsi a qualsiasi dichiarazione in merito da parte degli Stati membri dell’UE o dell’Alto Rappresentante. Tuttavia il capo dello staff di Orban, Gergely Gulyas, è stato ancora più sprezzante nei confronti dell’intera vicenda nel suo consueto comunicato stampa del giovedì, affermando che Putin “non sarebbe stato arrestato in Ungheria” perché lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale non è mai stato promulgato in Ungheria perché “incompatibile con la costituzione ungherese”. In realtà, l’Ungheria ha firmato lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale nel 1999 sotto il primo governo Orban, ma per decenni – anche durante gli otto anni del governo socialista-liberale – non è riuscita a mettere in atto il decreto tramite un proclama ufficiale. Alcuni esperti affermano che è, tuttavia, legalmente vincolante.

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