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Il “prezzo marginale”, o di come le lobby del “green” ci hanno alzato le bollette

Che il mercato energetico italiano (ed europeo) soffra le complesse dinamiche geopolitiche globali non è una novità, ma che adori anche i paradossi autolesionisti si: e così si nota come una regolamentazione datata, pensata anni fa per non sfavorire i produttori di "energia verde", oggi sia non solo controproducente, ma anche iniqua. E, se a pagare il frutto di scelte sbagliate o dell'inerzia nell'adeguare sono i cittadini, tutto tace

Fra i molteplici e intricati fattori che contribuiscono all’aumento di prezzo delle bollette ce n’è uno spesso trascurato: il meccanismo di regolamentazione del mercato energetico. Chi sovente descrive l’economia come una scienza imprevedibile sa bene che, in realtà, si tratta di una materia piena zeppa di regole, solitamente determinate dalla Politica.

Il settore delle energie in Italia, così come in tutta Europa, è governato dal cosiddetto “sistema del prezzo marginale” (in inglese: pay-as-clear) che, sostanzialmente, serve a fissare una quotazione uniforme per l’elettricità a livello comunitario.

Come si muove l’andamento del prezzo marginale

Quando un Paese acquista l’energia di cui necessita (sia da fonti fossili che da sorgenti rinnovabili, quindi sia da centrali idroelettriche e a carbone che da impianti solari ed eolici etc.), firma un contratto pagando – sempre e consciamente – il prezzo più elevato disponibile sul mercato. In altre parole, se ci sono due fornitori che vendono elettricità a 5 unità l’uno e a 500 l’altro, lo Stato si accaparra la materia prima da entrambe sborsando la medesima cifra più alta, ovvero comprando a 500 unità. Anche se il costo effettivo di quanto acquistato dalla prima azienda è di soli 5, il sistema del prezzo marginale richiede che tutti i prezzi sul mercato dell’energia siano allineati a quello più alto, ovvero 500 unità.

Ecco, in pratica, come si spiega l’aumento dei costi dell’elettricità italiana: con il fatto che il prezzo della corrente elettrica è ora influenzato dai valori esorbitanti raggiunti dal gas naturale, che è una delle principali fonti energetiche del nostro Paese (l’andamento del peso economico dell’elettricità ha seguito – per farla breve – esattamente quello di un’altra materia, il gas). E l’innalzamento quotazionale del gas, registratosi dopo la pandemia da Co.Vi.d./19 – e non affatto “direttamente correlato alla guerra in Ucraina”, come molti dicono -, ha influenzato tutti i fornitori di energia (anche quelli che non utilizzavano il gas come fonte di produzione), poiché tutti quanti loro sono stati pagati esattamente come chi ha affrontato degli aumenti.

Il trader del settore energetico Salvatore Carollo ha così spiegato parte del meccanismo: “Si è fatto in modo che la cifra a cui ENEL (o chi per essa) comprava l’elettricità da questi produttori fosse la più alta possibile e poi si è ancorato il prezzo dell’energia acquistata a quello marginale del gas nella giornata. La sera si raggiungono valori più alti, perché le fonti rinnovabili non producono più elettricità (quando è buio i pannelli non producono nulla). In quel momento c’è bisogno di far partire una potenza aggiuntiva da parte delle centrali elettriche a gas: ed è in quel momento che il prezzo marginale del gas è il più alto della giornata”.

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Quindi: siamo folli o volutamente distratti?

Ma qual è il motivo dietro la scelta di acquistare energia a un prezzo elevato, quando se ne può ottenere a uno molto più basso?
Il modello del prezzo marginale è stato originariamente adottato per promuovere al massimo il ricorso all’uso delle energie rinnovabili. Essendo i costi di produzione dell’energia elettrica da combustibili fossili (carbone, petrolio e gas) di gran lunga più bassi, se paragonati a quelli dell’eolico-solare, le fonti “verdi” non reggevano la competizione sul mercato. E qualcuno, su probabile segnalazione di qualcun altro, ha provveduto a bilanciare tanto squilibrio.

Nel tempo, però, la situazione si è bruscamente invertita e ora le energie “green sono diventate molto più economiche e appetibili. Di conseguenza, in attesa del ritorno di un’auspicata stabilità di mercato, il sistema del prezzo marginale si è mostrato non più adeguato, in quanto ha comportato solo aumenti insostenibili dei costi dell’elettricità. “Il rialzo pazzesco del prezzo del gas si è ora trasferito al costo dell’energia rinnovabile e i produttori di energia “pulita” hanno avuto un ritorno eccezionale, con guadagni enormi”, ha commentato Carollo.

In risposta a questa situazione – ma, pare, con molta calma… – si starebbe cercando di separare il prezzo dell’energia elettrica da quello del gas, così da riflettere meglio i costi reali di produzione e poter garantire bollette più eque per i consumatori.

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Fonti online:

ByoBlu (testata giornalistica ed emittente televisiva nazionale; articolo di Arianna Graziato del 03 novembre 2022), Solar Cash, sito dell’ARERA.

Canali YouTube: La7 Attualità, Geopop.

Antonio Quarta

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

Il Corriere Nazionale

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