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Lode al Beato fra Giacomo Varingez il cui corpo incorrotto è conservato presso il Convento di Bitetto

Numerose e fondate le motivazioni  alla base della  grande popolarità e del culto devozionale  che lega il Beato Giacomo di Bitetto alla  schiera innumerevole  di devoti sparsi in tutte le Nazioni del mondo ed in particolare in molte nazioni dell’Europa e dell’America dove  lo si ricorda e lo si festeggia il 27 aprile di ogni anno, data  in cui si da per certo il passaggio dalla vita terrena a  quella celeste per incontrare  il Signore Dio nostro   e inginocchiarsi dinanzi  alla Vergine Maria,  che in estasi e in condizioni di assoluto abbandono il nostro umile fraticello aveva quotidianamente pregato in vita  e  che per sua intercessione  ottenne  numerosi miracoli (se ne contano non meno di 60) che sancirono sin d’allora la sua indiscussa Santità.

Tanta popolarità ed una così radicata devozione sono dovute al suo percorso temporale caratterizzato non solo dal professare con rigore ed amore le virtù teologali ma per il particolare stile di vita. Egli era solito, dopo essere partito dal convento ed aver percorso una lunga strada sterrata, giunto nella piccola cittadina di Bitetto passare di casa in casa e questo gli consenti  di conoscere la gente con i suoi problemi, i suoi bisogni e le loro sofferenze.

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Fu quel suo bussare di porta in porta che mise la popolazione bitettese in condizione di incontrarlo, conoscerlo, di ascoltare le sue parole e i suoi consigli, di sentirlo e accoglierlo come persona mandata da Dio e nello stesso tempo come uno di loro. Questo radicarsi nel cuore e nelle coscienze delle persone ha sicuramente richiesto un periodo di tempo ragionevolmente lungo nonché un’attività svolta nella pienezza degli anni con passione giovanile. Tale è, infatti, il primo ritratto che la memoria dei bitettesi ha del suo beato Giacomo, a cui si affianca quello del religioso molto anziano eppur dotato di spirito giovanile e pieno di carità, assiduo e infaticabile accanto ai bitettesi colpiti dalla peste del 1481 -82. È sufficiente questa testimonianza per sentire il profumo di Cristo incarnato nella sua persona.

Nel tempo le virtù del beato Giacomo sono diventate i principi nodali  della formazione cristiana e religiosa. Un episodio  che ha  fatto scalpore  e che ha rinsaldato i legami  di affettuosa  devozione dei suoi fedeli  è stato senza dubbio  il ritrovamento, nel cimitero di Bitritto, della reliquia del  dito del  beato Giacomo, trafugato l’11 gennaio di 30 anni fa, e rinvenuto dalla famiglia Bozzi; esso ci fa ricordare quanta stima e apprezzamento erano a lui attribuiti dal popolo, dai suoi superiori e confratelli.  Anche questo episodio fece all’epoca gridare al miracolo. Si legge nella vasta bibliografia sulla vita del beato Giacomo che  nel 1619 si recò a pregare presso il santuario di Bitetto la duchessa di Gravina, donna Felice Sanseverino, la stessa alla presenza del corpo incorrotto del beato non seppe trattenersi e vogliosa di portare  con se una reliquia dello staccò un dito con i denti . Quando però tentò di ritornare alla sua carrozza un terribile temporale scatenatosi all’improvviso le impedì di fuggire col maltolto. Rientrata nel convento la nobildonna spaventata si affrettò a raccontare tutto  al guardiano del convento e successivamente per farsi perdonare per l’atto sacrilego compiuto fece realizzare un reliquiario che venne in seguito sostituito dall’attuale nel 1943 Da quel giorno il reliquiario con il dito del Beato Giacomo viene portato in processione, come detto, il 27 aprile di ogni anno.

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Tanta devozione trova la sua ragione d’essere soprattutto nel fatto che il Beato Giacomo ” (come viene riportato dalla “Posizio super virtutibus del Beato Giacomo illirico da Bitetto”)  fu per certo impegnato in un’attività che lo poneva a diretto contatto con la gente, come richiedeva l’ufficio e l’esercizio del questuante. Questo radicarsi nel cuore e nelle coscienze delle persone, quella sua straordinaria ed innata capacità di intercedere presso il Signore per ottenere grazie e miracoli a vantaggio dei poveri, degli ammalati e degli anziani fanno di lui già da tempo un grande Santo che attende d’essere elevato e glorificato agli onori dell’altare.

Giacomo Marcario

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