Principale Ambiente, Natura & Salute Ilaria Capua e la rivoluzione necessaria

Ilaria Capua e la rivoluzione necessaria

Una riflessione sincera sulla storia della Medicina e le sfide

dello One Health

Ilaria Capua, virologa italiana di fama internazionale che porta avanti il concetto di One Health nel libro “Salute Circolare” stupisce tutti i lettori con un insolito approccio divulgativo, mai accademico.

Fin dalle prime battute del testo edito Egea, si comprende come il dialogo a cui si sottopone l’ex deputata miri ad accompagnare il lettore nel viaggio di autoconsapevolezza che le scoperte scientifiche di cui godiamo oggi, non precludono a nessuno di essere parte attiva delle mirabolanti sfide del domani.

Siamo infatti difronte a un’opportunità unica di ripensare la salute come sistema circolare tra uomo e ambiente.

Quasi incalzata dal Professore Umberto Curi, che cura anche prefazione e postfazione, la limpidezza espositiva della Capua dischiude il suo animo temerario che l’ha portata a difendere oltre i confini nazionali quanto la trasversalità delle competenze negli uomini (e donne) di scienza siano al servizio di una visione universale della conoscenza di meccanismi che generano salute.

Rinsaldare i pilastri della salute nel mondo digitale non è prerogativa di élite accademiche ma esigenza di un condiviso senso del bene comune.

In quest’ottica la “rivoluzione necessaria” a cui il testo allude non poi così velatamente, deve nascere da un affidamento a quel filo sottile che lega gli animali con le piante e con l’ambiente per meglio comprendere l’interconnessione di questi con il benessere integrale dell’essere umano.

Il compimento della medicina umana avrà futuro solo abbracciando questo naturale equilibrio, conscio dei tanti limiti del passato che hanno impedito un’accelerazione verso un diffusivo senso di fiducia nella scienza.

In sette capitoli, dal medico nonché filosofo e astronomo Girolamo Fracastoro, alla nostra Rita Levi Montalcini, il percorso tortuoso ma inarrestabile della scienza si svela alla luce degli eventi storici.

Per l’autrice romana l’approccio alle malattie si è sviluppato lungo i secoli passando da osservazioni a occhio nudo ad intuizioni inimmaginabili per la scarsità di informazioni su cause di contagi che hanno afflitto le popolazioni che ci hanno preceduto.

Ripensare oggi la salute in senso più contemporaneo, anche provando a voltare pagina con la Pandemia del Covid-19, non può prescindere dall’immergersi nella trasformazione digitale dei nostri giorni.

Prova di ciò sarà anche spalancare gli occhi dinanzi l’alba di una nuova dimensione, ovvero l’utilizzo di big data.

I big data rappresentano secondo la Capua una fonte infinita di opportunità trasversali che possono far ripartire dei ragionamenti intorno alla salute circolare, mantenendo fermo al centro il perno dell’etica.

D’altronde l’interdisciplinarietà ha già mostrato ai nostri avi più prossimi, citando la rivoluzione degli antibiotici, come campi inesplorabili richiedano temerarie esplorazioni piuttosto che timide congetture sul futuro della vita e degli ecosistemi.

Se la cultura scientifica non è disgiunta dalla cultura umanistica (a sostenerlo non è solo la Capua) l’ingegno umano che ha scoperto la Penicillina non può ignorare come tutelarsi dai fenomeni di antibiotico-resistenza di cui ancora poco si parla!

La lettura della realtà che ci circonda è un’avventura che giunge alle stesse conclusioni di “Salute Circolare”: cambiare mentalità per affrontare sfide immani.

Solo così dunque la Salute avanzerà come sistema che abbraccia tutti permettendo di estendere il Benessere non concettualmente ma effettivamente.

Giuseppe Scarlato

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