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Ecco spiegata l’Intelligenza Artificiale

Intelligenza Artificiale – I governi di tutto il pianeta stanno elaborando regole che, riguardano vari algoritmi e software automatizzati.

Nel mese di aprile dello scorso anno la Commissione europea ha presentato il testo finale che, rappresenta la prima iniziativa al mondo di dettare regole nei confronti dell’Intelligenza Artificiale (IA).

Tutto il Regolamento dipende da cosa s’intende per IA, una definizione non scontata per niente.

Oggi il modello di IA che, meglio funziona è quello che s’ispira alle cosiddette reti neurali e al deep learning cioè quel procedimento di apprendimento nelle reti neurali che, è alla base del successo di IA.

Riconoscimento dell’immagine, della voce e altri sviluppi di apprendimento neurale con molti strati di neuroni sono oggi considerati fattibili.

La rete neurale è un modello computazionale, ispirato alla rete neuronale umana, composta di “neuroni” artificiali, organizzati a strati (layer).

Più sono gli strati, maggiore è la potenza computazionale.

Google, Microsoft, Apple, Amazon sono interessati a sviluppare velocemente l’IA e infatti gli assistenti vocali come Alexa, Cortana, Siri, Google Assistent sono una loro elaborazione.

Ibm sta puntando moltissimo sulle applicazioni di IA.

La regolamentazione di IA è un passo necessario, perché la IA pone anche problemi etici oltre che scientifici.

Esistono già oggi sistemi di IA che, attivandoli decidono per conto di una banca e basandosi sui dati forniti, se si può erogare a una persona un prestito oppure no.

Tutto è prodotto dall’elaborazione della macchina IA, dal suo apprendimento, analizzando tantissimi dati passati e, su questi dati elaborando il profilo della persona.

La macchina IA adatta il nuovo caso (chi richiede un prestito, un mutuo) sulla conoscenza precedente.

L’evento fondativo nel quale fu coniato il termine IA si svolse nel 1955 a Dartmounth, fu organizzato da John Mc Carthy come conferenza alla quale parteciparono grandi cervelli e che, durò due mesi.

Stiamo vivendo una quarta rivoluzione industriale nella quale i sistemi di IA si nutrono di dati, di una quantità stratosferica di dati che, poi vengono elaborati nel cuore computazionale della macchina IA.

Siamo noi che con le nostre attività e comportamenti generiamo, in continuazione dati intercettati da dispositivi tecnologici presenti dappertutto.

L’Internet delle cose (IoT o Internet of Things), l’interconnessione delle cose ci “confinerà” permanentemente nella infosfera perché saremo sempre connessi.

La nostra produzione continua di dati è rielaborata dalla macchina IA che, genera big data. Una quarta rivoluzione che presenta rischi e opportunità. IL primo forum europeo sull’impatto dell’Intelligenza Artificiale sulla società nasce, in Europa 4 anni fa e si chiama AI4People.

E’ stato redatto un documento che riporta 20 raccomandazioni rivolte, a politici e classe dirigente nazionale ed internazionale affinché governi questa transizione.

Raccomandazioni integrate da cinque principi etici che, dovrebbero sorreggere la diffusione e lo sviluppo della IA.

Inoltre, il gruppo di esperti della Commissione europea l’High Level Expert Group on Artificial Intelligence ha prodotto un Codice Etico sull’IA.

IL Regolamento prodotto dalla Commissione sarà sottoposto a modifiche, ridefinizioni tra i vari stati membri per poi essere approvato da Consiglio e Parlamento europeo e diventare operativo, per il 2024.

Intanto ogni Stato dovrà indicare, “una o più autorità nazionali competenti e, tra queste, l’autorità nazionale di vigilanza, allo scopo di controllare l’applicazione e l’attuazione del presente regolamento: Lo scorso anno elaborato da Mise, Mitd e Miur è stato pubblicato il Programma Strategico sull’Intelligenza Artificiale che copre il triennio 2022/2024.

IL Programma italiano è articolato su 24 politiche, divise in 3 aree di intervento, 6 obiettivi e 11 settori produttivi.

Le aree d’intervento sono: talenti, ricerca e applicazioni.

Tra i sei obiettivi tutti importanti il terzo ha, un rilievo particolare perché riguarda lo “sviluppo e adozione di un’Intelligenza Artificiale antropocentrica e affidabile “. I settori interessati sono:

  1. a) industria e manifattura;
  2. b) scuola;
  3. c) agroalimentare;
  4. d) cultura e turismo;
  5. e) sanità;
  6. f) ambiente, infrastrutture e reti;
  7. g) sistema finanziario-assicurativo;
  8. h) P.A.;
  9. i) città, aree e comunità intelligenti;
  10. l) sicurezza nazionale;
  11. m) tecnologie dell’informazione;

Particolare appare l’attenzione del Piano, verso i giovani destinatari del maggiore numero di posti di dottorato e lo scorso anno è stato lanciato anche il “Dottorato Nazionale in Intelligenza Artificiale “articolato, in 5 dottorati che fanno riferimento a 61 università e 5 enti di ricerca.

I 5 dottorati riguardano: a) Salute e Scienza della Vita; b) Agricoltura e Ambiente; c) Sicurezza e cybersecurity; d) Industria 4.0; e) Società. IL PNRR destina 13,38 miliardi a digitalizzazione. I limiti del Piano riguardano il rinnovamento d’imprese che, sono molto piccole e che saranno traghettate nell’uso di IA da esperti di settore.

Zero valutazioni ed elaborazioni di soluzioni sulla inevitabile perdita di posti di lavoro, causate dalla transizione verso una economia trainata dalla IA. Problemi riguardano infine la chiara identificazione di quali istituzioni si occuperanno delle scelte e della governance IA.

Erasmo Venosi

Redazione Corriere Nazionale

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

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