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Ospedale di Manfredonia. Gatta (FI): ecco la lista dei disservizi su cui bisogna intervenire

 
“Da sempre svolgo un’attività di controllo e denuncia dei disservizi e delle criticità dell’ospedale di Manfredonia “San Camillo de Lellis” e nei giorni scorsi ho deciso di presentare una lunga interrogazione a riguardo, a fronte delle promesse (ancora non mantenute) del Direttore Generale della Asl Foggia che, lo scorso 29 novembre, aveva annunciato il potenziamento di servizi, operatori e strumenti diagnostici.
Ad oggi, infatti, non solo non si registra alcun intervento nella direzione succitata, ma permangono gravissime criticità in danno del nosocomio. Innanzitutto, gli ascensori della struttura che, da mesi, sono fuori servizio e non sono stati ancora riparati, nonostante ripetuti appelli e richieste avanzate in tal senso.
Una circostanza che ho già denunciato e non è di secondo ordine, considerando che un ospedale è un luogo frequentato da persone che potrebbero non essere nelle condizioni di deambulare. Andiamo avanti. Il servizio di Ginecologia e Ostetricia è sospeso da oltre un mese su disposizione del capo dipartimento Materno-Infantile per carenza di anestesisti e personale di comparto.
Le Interruzioni volontarie di Gravidanza, invece, sono ferme da oltre due mesi, nonostante quanto previsto dalla delibera n. 1722 del Direttore Generale della ASL di Foggia, che recita: “l’UOC (Unità Operativa Complessa) di Ostetricia e Ginecologia del P.O. di Cerignola, unitamente al servizio di Ostetricia e Ginecologia del P.O. “San Camillo de Lellis” di Manfredonia è già attiva in attuazione della legge 194/1978”.
Inoltre, in merito alla sospensione, il 25 novembre scorso la Direzione Generale della ASL dichiarava, con un comunicato stampa, che tale improvvida disposizione non era stata condivisa con essa Direzione Generale, né anticipata da una informativa preliminare, e che le attività sarebbero state riattivate al più presto.
Anche in ordine a questo gravissimo disagio, nonostante le mie ripetute denunce ed interventi, le rassicurazioni fornite dai vertici della ASL diverse settimane orsono, non hanno trovato alcun riscontro; molte donne, peraltro, hanno prenotato e pagato delle prestazioni ginecologiche che, a causa della sospensione del servizio, sono state rimandate a data da destinarsi, senza alcuna certezza di tempi. Non solo: mancano importantissimi strumenti diagnostici, come l’isteroscopio, che consentono la diagnosi ed eventualmente il trattamento di diverse condizioni patologiche a carico dell’utero.
Le criticità che affliggono il nosocomio sipontino riguardano, però, tutte le specialità mediche, nessuna esclusa. Tra le tante, a titolo esemplificativo, vanno citate: la grave carenza di anestesisti in Chirurgia e di medici nei vari reparti; macchinari obsoleti in Radiologia e non solo; riduzione dei tecnici in servizio, causa pensionamento, nel Laboratorio di analisi, non ancora sostituiti; la mancanza di holter, da circa tre anni, in Cardiologia, la rottura dei cavi del monitoraggio ecg, le telemetrie senza fili nelle stanze di degenza ordinarie, che non rilevano la traccia, e tanto, tanto altro, ancora.
È il momento che qualcuno risponda non solo a me, ma a tutti i cittadini che da anni assistono al depauperamento dell’ospedale San Camillo”.

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