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Taranto – Si sana il vuoto urbanistico tra via Cavallotti e Via Mazzini

Via Cavallotti e Via Mazzini – Una malattia del Borgo di Taranto è l’abbandono dei residenti.

Un evento che si è manifestato di più negli anni 70/80 quando la speculazione edilizia suggerì la creazione di altri quartieri, torri isolate come quei funghi alti a mazza di tamburo.

Già la benvoluta politica Ina-Casa aveva distolta l’attenzione dal centro urbano creando il quartiere Salinella spostando il limite della città. Limite spesso superato senza ritegno urbanistico.

Questo cappello su temi che andrebbero approfonditi.

Ma la nostra attenzione è legata all’altro problema del Borgo, il crollo dei palazzi, spesso dovuto a proprietari assenteisti

I quali non curano più la manutenzione  aprendo la strada all’ecosistema che s’innerva nei manufatti e crea fessure sempre più larghe.

Il vulnus di Via Mazzini ad Angolo di Via Cavallotti è legato a un palazzo che lo scrivente conosceva bene perché da ragazzo andava a “studiare” a casa di un compagno di scuola.

Più che studio era passeggio nel Borgo a partire da un Bar malfamato dell’epoca (sede abituale del boss di quel periodo).

Poi il crollo avvenuto forse quando il palazzo era completamente disabitato, forse alla fine degli anni Settanta.

Via Cavallotti e Via Mazzini, dopo o anche prima dei crolli in Vico Reale, o recentemente di Via Pupino, e l’elenco sarebbe lungo

Ma la storia è diversa dal momento che dopo forse mezzo secolo quel vulnus si sana con una palazzina che potete vedere nella foto del progetto, suggeritami, già tempo fa sul social., dal suo architetto Nevio Conte.

Il ripristino fa ben sperare, è nuova linfa al Borgo di Taranto, significa nuove famiglie, s’inverte l’esodo dalla periferia al centro, è quello che serve alla città.

Redazione Corriere Nazionale

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

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