Principale Arte, Cultura & Società Europei U21, Italia razzista? Anche no

Europei U21, Italia razzista? Anche no

Svezia accusa “gli azzurrini” di razzismo. FIGC nega, ha le prove ed annuncia battaglia

Europei U21, Italia razzista? Anche no

Copertina: The Stadio Olimpico during EURO 2020 (Fonte: Wikimedia Commons; Proprietà: Vincenzo Togni; Licenza: Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International).

Dopo la sfida di ieri a Monza valida per le qualificazioni ai prossimi campionati europei di categoria – gara che si è conclusa con un 1-1 grazie al pari ospite arrivato al 92′ – oggi la Ferdecalcio svedese, in una nota pubblicata sul proprio portale ufficiale, accusa un giocatore dell’Under 21 azzurra di aver rivolto parole razziste nei confronti di Anthony Elanga, esterno classe 2002 tesserato con il Manchester United.

Federazione e tecnici svedesi denunciano alla polizia italiana

Il comunicato recita: “In occasione della gara di qualificazione al Campionato Europeo della Nazionale Under 21 contro l’Italia a Monza di martedì Anthony Elanga ha dichiarato, dopo la partita, di essere stato oggetto di un commento razzista da parte di un avversario della Nazionale italiana Under 21”.

Il Commissario Tecnico dell’Under 21 gialloblu Claes Eriksson rincara la dose: “Abbiamo raccontato la nostra versione dell’accaduto e abbiamo presentato una relazione orale sia agli arbitri che ai delegati di gara. Ora siamo in attesa del feedback attraverso il resoconto della partita e la relazione dell’arbitro. Una volta arrivati, decideremo come procedere”. Il mister sottolinea: “Anche il responsabile della sicurezza Martin Fredman è stato informato dell’accaduto. Nessuno dovrebbe essere esposto al razzismo, è completamente inaccettabile. Tutti noi sosteniamo Anthony in questo”.

Lo stesso responsabile della sicurezza per la nazionale svedese, dal sito “Fotbollskanalen”, aggiunge: “Da quello che abbiamo capito, è successo tutto dopo il pareggio. La Federazione italiana è stata informata, ora toccherà alla polizia, potrebbero anche esserci immagini televisive e altre registrazioni che possono essere raccolte”.

La prova della FIGC “emerge dalle immagini televisive”: un attacco alla Federcalcio ed agli azzurrini

Ma la FIGC non ci sta e risponde prontamente alle accuse della Federazione svedese: “In relazione a quanto riportato dalla Federcalcio svedese sul proprio sito e ripreso da alcuni media, la FIGC smentisce nella maniera più assoluta che un calciatore della Nazionale Under 21, durante la gara Italia-Svezia disputata ieri a Monza, abbia espresso offese a sfondo razzista nei confronti di un avversario, episodio tra l’altro che, da quanto ci risulta, non è stato riscontrato dagli ufficiali di gara o dal delegato UEFA. Auspicando che gli organismi competenti facciano chiarezza tempestivamente sul caso, come emerge dalle immagini televisive trasmesse da Rai 2 ieri e tuttora disponibili su RaiPlay, dopo il gol del pareggio, al 92′, due calciatori svedesi esultano a lungo per la rete realizzata e vengono richiamati dai calciatori italiani a riprendere il gioco velocemente”.

Da via Allegri si conclude così: “Ribadiamo che nessuna offesa a sfondo razzista è stata pronunciata prima, in quel momento o successivamente e che la FIGC tutelerà, in tutte le sedi competenti, la propria immagine e quella dei propri calciatori. La FIGC al contempo, ribadisce l’impegno profuso costantemente da tutto il calcio italiano e in particolare dalle Nazionali, attraverso numerose iniziative, per il contrasto al razzismo e condanna ancora una volta qualsiasi insulto discriminatorio o episodio di violenza”.

L’affannosa ricerca di un razzismo sistemico e la scarsa memoria

Ancora una volta quindi la sterile polemica ruba il posto al sano spirito sportivo, in un contesto storico dove fa molto più comodo indirizzare l’attenzione del pubblico sulla ricerca di un razzismo sistemico di matrice global-democratica, anche dove non c’è, anziché concentrarsi su – e rammentare – i risultati, tipo i 5 titoli europei conquistati dagli azzurrini tra il 1992 ed il 2004 contro quello svedese del 2015.

D’altronde sono le parole delle ”Tre Corone” in un Paese che, dal 2016 ad oggi, ha attuato ben tre riforme per la chiusura delle frontiere all’immigrazione e che pochi anni or sono (1958) guardava al Brasile di Pelè (con cui cadde bruscamente in casa) non solo per la spina dorsale non allineata, il bacino asimmetrico, sei centimetri di differenza tra una gamba e l’altra, un ginocchio destro valgo e uno sinistro varo (cit. George Raynor), ma anche per capire se venissero dall’Argentina o dall’Uruguay.
E pensare che l’Italia in quel famoso Mondiale non si qualificò nemmeno…

Antonio Quarta

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

Il Corriere Nazionale

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