Principale Arte, Cultura & Società Poesia. ‘ Pane e …Quotidiano’

Poesia. ‘ Pane e …Quotidiano’

La Poesia è per tutti

… la poesia non si mangia ma può diventare indispensabile.

Rubrica culturale del Corriere di Puglia e Lucania, a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte

L’intento della rubrica è quello di sfatare l’idea che la poesia sia qualcosa di astruso e che possa piacere o non piacere. In realtà la poesia è nelle nostre vite più di quanto noi possiamo immaginare. Basti pensare alla commistione della poesia con le altre forme artistiche, per esempio alla musica pop, di cui essa è un riflesso.

Proporremo, ogni giorno, pochi grammi di poesia, legati ad un fatto del giorno o ad una data da ricordare sperando che, tra le mille incombenze quotidiane, ogni Lettore, possa ritagliarsi qualche minuto per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.

Poesia. ‘Pane e…Quotidiano’

Buona Poesia!

Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte

foto di copertina  Federico Garcia Lorca

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Il 27 settembre 1871, Grazia Deledda nasce a Nuoro, quinta di sette figli. La famiglia appartiene alla borghesia agiata: il padre ha conseguito il diploma di procuratore legale e si dedica al commercio del carbone ed è un cattolico intransigente. Diciasettenne, invia alla rivista “Ultima moda” di Roma il primo scritto, chiedendone la pubblicazione: è “Sangue sardo”.

Tra il 1888 ed il 1890, collabora intensamente con riviste romane, sarde e milanesi. Sollecitata da Angelo De Gubernatis, si occupa di etnologia; della collaborazione alla “Rivista di Tradizioni Popolari Italiane”, che va dal dicembre 1893 al maggio 1895, il miglior risultato sono le undici puntate delle “Tradizioni popolari di Nuoro in Sardegna”. Nel 1896 esce “La via del male” che incontra il favore di Luigi Capuana.

Nel 1900 si sposa con Palmiro Madesani e si trasferisce a Roma, dove nasce Sardus; tenuto a battesimo dal De Gubernatis (avrà in seguito un altro figlio, Franz). Nel 1904 viene pubblicato il volume “Cenere”, da cui verrà tratto un film interpretato da Eleonora Duse. Al ritmo sostenuto di quasi due testi all’anno compaiono i racconti di “Chiaroscuro” (1912), i romanzi “Colombi e sparvieri” (1912), “Canne al vento”(1913) e “La madre” (1919). Nel 1926 riceve il Nobel per la Letteratura. L’ultimo romanzo, “La chiesa della solitudine”, è del 1936.

La protagonista è, come l’Autrice, ammalata di tumore. Di li a poco Grazia Deledda si spegne, è il 15 agosto. Lascia un’opera incompiuta, che verrà pubblicata l’anno successivo a cura di Antonio Baldini con il titolo “Cosima, quasi Grazia”. Oltre ad essere stata una grande scrittrice, ha composto poesie.

La primavera

L’inverno aveva rinfrescato anche
il colore delle rocce. Dai monti scendevano,
vene d’argento, mille rivoletti silenziosi,
scintillanti tra il verde vivido dell’erba.
Il torrente sussultava in fondo alla valle tra
i peschi e i mandorli fioriti. E tutto era puro,
giovane, fresco, sotto la luce argentea del cielo.

 

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