Principale Estero Brasile, Bolsonaro rigetta le accuse, osserva e mette in guardia

Brasile, Bolsonaro rigetta le accuse, osserva e mette in guardia

Jair Bolsonaro, Presidente della Repubblica Federale del Brasile

Il Presidente della Repubblica federale del Brasile, Jair Bolsonaro, ha da poco respinto le accuse che gli sono state mosse dalla Corte Suprema nazionale.

Il mese scorso, infatti, l’STF – dal portoghese Supremo Tribunal Federal, cioè Tribunale Supremo Federale – aveva aperto un’inchiesta amministrativa sui continui attacchi pubblici rivolti al sistema elettorale da parte dell’entourage dell’attuale Capo di Stato, il quale in più occasioni aveva definito “fonte certa di brogli” il voto elettronico pronto all’uso nelle future elezioni presidenziali previste per ottobre 2022 (modalità di votazione, pare, approvata e in vigore in Brasile dal 1996) e lanciato una vera e propria campagna mediatica, abbastanza dura e convinta, sul tema.

E mentre sale il numero delle battaglie vinte in aula da Luiz Inácio Lula da Silva, ex presidente uscito dal carcere dopo 19 mesi e prossimo sfidante di Bolsonaro per la (ri)conquista del Planalto, la guerra legale sembra essere solo agli inizi.

Il lato della digitalizzazione che puzza

Di recente Bolsonaro, fiutato che qualcosa non si stia muovendo regolarmente nella preparazione delle prossime urne, si è spinto addirittura a chiedere al Congresso di approvare un emendamento costituzionale che obblighi il TSE (cfr. Tribunal Superior Eleitoral, Tribunale elettorale supremo) ad adottare esclusivamente il sistema tradizionale di schede elettorali cartacee (cosa che non potrebbe generare alcun dubbio, diremmo).

La campagna elettorale (che sembra già partita) è stata però anche rafforzata da una serie di dichiarazioni accusatorie nei confronti dello stesso TSE – il vice presidente ha addirittura messo in dubbio la realizzazione dei comizi senza una riforma del sistema elettorale – oltre che dai consueti attacchi all’opposizione.

Le indagini dell’STF sono comunque in corso e ora dovranno, paradossalmente, accertare se sia stato il presidente stesso a commettere vari reati, tra cui abuso di potere economico e politico, abuso di mezzi di comunicazione, corruzione, frode o “comportamento vietato agli agenti pubblici”.

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Un presidente “bufalaro” che in migliaia appoggiano?

Il Tribunale Elettorale Supremo del Brasile, intanto, ha chiesto alla Corte Suprema di includere anche Bolsonaro nell’inchiesta aperta sulle notizie false e sugli attacchi alle istituzioni democratiche registrati negli ultimi mesi. Il Capo di Stato sarebbe accusato, in sostanza, di aver diffuso fake news sul sistema elettorale brasiliano con l’obiettivo di screditare una possibile sconfitta ai seggi nel 2022.

“Non mi farò intimidire, continuerò ad esercitare il mio diritto alla libertà di parola, a criticare, ad ascoltare e a prestare attenzione soprattutto alla volontà popolare”, ha assicurato Jair Bolsonaro in un’intervista alla televisione locale. “Ho giurato che avrei dato la mia vita per la patria in caso di un’aggressione esterna o interna. E il Brasile sta subendo un’aggressione interna”.

Da mesi, intanto, migliaia di persone scendono regolarmente in piazza in diverse città di tutto il paese per appoggiare il presidente, ribattezzato “O Mito”.

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Fonte: 9colonne.it

Antonio Quarta

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

Il Corriere Nazionale

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