E’ stato decisamente un mercato molto movimentato, come da tempo non avveniva, con operazioni in entrata e in uscita, su questo non ci piove, e va dato atto a Polito di aver svolto decisamente un grande lavoro, alla viglia molto difficile a causa degli esuberi onerosi contrattualmente e di difficile collocazione.
E non è finita qui. Polito sta ricorrendo agli svincolati per assicurarsi le prestazioni di Davide Di Gennaro, regista 33enne lo scorso anno al Cesena, di Raffaele Pucino, ex Ascoli, difensore destro, e di Guillame Gigliotti, 31enne difensore centrale anch’egli ad Ascoli lo scorso anno, tutti e tre svincolati, giocatori che si possono arruolare anche dopo il gong del calciomercato di ieri sera le cui ufficialità dovrebbero arrivare tra oggi e domani.
Si diceva di tante ufficializzazioni ieri tanto in entrata quanto in uscita con inevitabili sorprese. E’ arrivato l’attaccante Daniele Paponi nello scambio che ha portato Terrani definitivamente a Padova, mentre a centrocampo è arrivato Alessandro Mallamo, 22 anni, giunto in prestito dall’Atalanta con un passato nella Juve Stabia per il quale Polito ne aveva già preso nota nel suo taccuino. Poi è arrivato Giacomo Ricci, 24 anni, terzino sinistro arrivato a titolo definitivo dal Parma, lo scorso anno ha esordito anche in A con i ducali. Quindi è stata la volta di Emanuele Terranova, difensore roccioso con un curriculum invidiabile (Lecce, Palermo, Frosinone).
Per quanto riguarda le cessioni, invece, il mercato si è portato via qualche ombra dello scorso anno, soprattutto quella di Sabbione che ha lasciato il Bari per accasarsi definitivamente a Pordenone in serie B, stesso destino per Perrotta che è sbarcato a Palermo però in prestito. E’ stata la volta, poi, dei giovani Mercurio e Mane dirottati a Napoli per fare esperienza nella primavera partenopea (entrambi in prestito), mentre Semenzato, Bolzoni, Lollo e De Risio rimarranno a Bari però fuori lista, al pari di Andreoni che avrà bisogno ancora di molto tempo per recuperare dal brutto infortunio accadutogli.
Insomma dal calciomercato ne viene fuori un Bari che ha cambiato decisamente pelle, una metamorfosi chiara ed evidente che garantirà a Mignani due giocatori per ogni ruolo, sperando nel recupero repentino di Celiento.
Un mercato da voti alti, non c’è dubbio, ma noi preferiamo dare un bel 7 e mezzo, non di più, non tanto per le entrate quanto per l’oggettiva difficoltà nel disfarsi di quei giocatori in soprannumero che, peraltro, non è riuscito a smistare tutti facendone rimanere quattro, se sarà da 8, da 9 o da 10 e lode lo dirà solo il campo e non vox populi. E per favore, per il bene di tutto l’ambiente, società e tifosi, non chiamatela “corazzata”. Il Bari adesso, sia pur completo, è un cantiere ancora aperto dove occorrerà mettere a posto tutti gli operai al proprio posto che dovranno studiare e mettere in atto gli schemi dell’allenatore cosa che comporterà del tempo. Non aspettiamoci sin da subito la svolta. Certo, il Bari potrà vincere 4 a 0 contro il Monterosi (speriamo), ma il risultato non deve entusiasmare più di tanto perché il lavoro che attende Mignani è ancora lungo. Chiamarla “corazzata” da tre anni a questa parte, non ha mai portato bene alla squadra, dunque che si eviti di denominarla così, per il bene di tutti. Si creano aspettative pericolose. Piedi per terra, tifare Bari, starle vicino, evitare facili entusiasmi, polemiche inutili, critiche feroci inopportune e a prescindere, malesseri contro la società che non concede favoritismi – quest’ultimo esercizio di difficile attuazione per i noti talebani locali – e camminare lungo le direttrici di Mignani. Il Bari è un capitale prezioso di tutti e non ci si può permettere un quarto anno di C con prospettive societarie inquietanti.
Massimo Longo