Principale Arte, Cultura & Società My Town”,rassegna d’arte contemporanea: Gravina incontra l’Italia nell’arte

My Town”,rassegna d’arte contemporanea: Gravina incontra l’Italia nell’arte

È iniziata il 19 Giugno 2021 la rassegna d’arte contemporanea “My Town” creata da un’idea innovativa di Antonella D’Ecclesiis, curatore d’arte e pittrice, la quale ha invitato artisti nazionali a partecipare all’evento affinché potessero raccontarci le loro città viste con “occhi di artista”, attraverso le loro opere, accuratamente selezionate.

La stessa, si è avvalsa della collaborazione di Anna Rella per organizzare l’evento in tutte le sue fasi e di Vito Ferrante, presidente onorario dell’Archeoclub, il quale ha contribuito all’allestimento della mostra.

La rassegna è stata inaugurata presso la sede di Gravina dell’Archeoclub dall’assessore al patrimonio, al turismo e al decoro urbano l’ing. Paolo Calculli e dal presidente dell’Archeoclub, ing. Giuseppe Paterno, i quali hanno dato il via a questo evento.

Per l’occasione, sono stati presenti alcuni degli artisti partecipanti che hanno contribuito a rendere questa giornata memorabile in quanto hanno argomentato a parole le loro opere presenti alla rassegna, regalando emozioni profonde ai visitatori.

Oltre alla D’Ecclesiis, ci sono stati altri due artisti del territorio locale, Gina Fortunato e Mario Cianciotti, i quali hanno rappresentato le zone rurali del nostro territorio.

Gina Fortunato, artista spinazzolese, trasferitasi nel modenese, attraverso le sue opere “Giallo Grano” e “Ricordi Sbiaditi” raffiguranti immense distese di grano nell’una e dei papaveri nell’altra, ha voluto rievocare i suoi ricordi d’infanzia, quei luoghi in cui è cresciuta e l’hanno forgiata come donna, luoghi di cui ricorda ampiamente i contorni, i colori e addirittura il profumo del grano della mietitura che riempiva l’aria nelle calde giornate estive.

Ora che è una donna affermata, un’artista pluripremiata, non dimentica le sue origini e i caldi e colorati territori della sua Spinazzola che le sono rimasti impressi nella mente, come ricordi indelebili.

L’artista ha partecipato a numerose mostre personali e collettive e ha vinto numerosi premi fra cui il “Ghiro d’argento”, il”Premio internazionale arte Milano”, il “Premio Picasso”, giusto per citarne alcuni.

Mario Cianciotti, invece, ha utilizzato la tecnica del “dripping ” nelle sue opere, ” L’Impatto” e il “Crepuscolo” evidenziando la fine di un’era nella prima e l’inizio di un’altra nella seconda .

Ne “L’impatto“ viene raffigurata una meteorite che, colpendo il suolo, ha causato l’estinzione dei dinosauri di cui sono state rinvenute le orme (ndr). Nel “Crepuscolo “, invece, ha rappresentato l’attuale paesaggio, caratterizzato da colline lussureggianti ed enfatizzate dal sole del tramonto che contrasta con il blu del cielo della sera. Entrambe le opere sono un tripudio di colori vivaci, che catturano l’attenzione del visitatore inducendogli emozioni positive di gioia e di allegria.

L’artista, attraverso la tecnica del dripping (tecnica pittorica consistente nel fare gocciolare i colori dall’alto su di una tela distesa per terra), ha innovato la sua arte discostandosi dal suo passato in cui dipingeva scorci ed antiche masserie del territorio in cui ha vissuto.

Un’altra artista presente all’inaugurazione è stata Maria Pia Faina che ha partecipato con due opere eterogenee tra loro:

”L’Albero racconta” e “Ulivi secolari”, riguardanti entrambe le sue passioni: la pittura e la fotografia. Il primo è un dipinto che raffigura un albero nella stagione autunnale al tramonto in cui prevalgono i colori dell’autunno: rosso, arancione, giallo e infine il verde.

È un dipinto dai colori accesi e vivaci che infondono impeti di entusiasmo nel visitatore. È impreziosito da una cornice legno filo oro che ne enfatizza maggiormente i colori. La seconda opera esposta, “Ulivi secolari ” è una fotografia stampata su tela su cui sono stati immortalati due ulivi secolari, tipici elementi delle campagne salentine, i quali, dopo un’ abbondante pioggia che ne ha allagato il terreno, si sono rispecchiati in riflessi d’acqua.

Dopo aver visionato il territorio del sud Italia, in particolare la Puglia, ci spostiamo nella Liguria con l’artista Giulio Fabbrini, nato a San Giovanni Rotondo da genitori toscani e residente a Roma, in cui ha frequentato la storica scuola delle Arti ornamentali “S. Giacomo”.

Nel 2008 ha aperto una galleria d’arte contemporanea nella Capitale che gli ha permesso di entrare in contatto con artisti nazionali e internazionali. Nella sua attuale fase pittorica si è concentrato maggiormente su paesaggi cittadini evidenziando i contrasti di luce e ombra che creano sfumature di colori fra il giallo e i pastelli, che sono anche elementi comuni delle opere esposte alla rassegna: “Risveglio a Savona” e “Via Puccini alla sera“.

La prima opera è ambientata nel porto di Savona, in cui il sole nascente dell’alba crea forti contrapposizioni tra luci e ombre conferendo al paesaggio una sfumatura giallo pastello delicata, così come lo sono i primi timidi raggi di sole che rischiarano il cielo dell’alba.

Vi è raffigurata sulla sinistra una nave da crociera, grande quanto un grattacielo che è l’emblema della moderna tecnologia. Invece, nell’altra opera, ”Via Puccini alla sera” ci si ritrova davanti al crepuscolo della sera in via Puccini ad Albenga, in cui la luce dei lampioni si fonde con le ultime luci del giorno, creando cromie color pastello che vengono evidenziate maggiormente nel riflesso creato da una pozzanghera d’acqua che si trova in primo piano e nella quale si rispecchiano i palazzi di via Puccini.

Non erano presenti all’inaugurazione della rassegna ma hanno partecipato ugualmente con le loro opere gli artisti: Emanuele Canu, Enzo Martano, Angelo Giacovazzo e Gianluca Vivacqua.

Emanuele Canu, di origini sarde, nato ad Alghero avvicinato alla pittura attraverso sua madre e ispirato dalla sua terra di origine, ha rivisitato il tema dell’annunciazione della Madonna nella sua opera “Annunciazione di Maria” ambientata in Sardegna.

La scena principale, ossia l’annunciazione, avviene in un luogo in cui vi è un pavimento a scacchi che è tipico delle cattedrali sarde e un muretto a secco come da tradizione sarda. Sullo sfondo troviamo un cielo azzurro e terso e in lontananza le montagne, elementi paesaggistici del luogo.

L’artista, inoltre, immagina che L’ Arcangelo Gabriele abbia dato l’Eucarestia alla madre di Gesù.

Enzo Martano, di origini leccesi, ha iniziato la sua pittura dall’ammirazione che nutriva verso i pittori del passato e, da autodidatta ha iniziato dapprima a raffigurare paesaggi locali e successivamente

figure umane. Ha partecipato alla rassegna con l’opera “Ballerina di pizzica” in cui ritrae una ballerina in movimento che balla la pizzica, tipico ballo popolare salentino molto ritmato. L’opera nasce da un senso di nostalgia per gli eventi salentini a cui partecipava e che sono stati sospesi a causa della pandemia.

Angelo Giacovazzo, artista ventottenne barese, autodidatta, ha partecipato con tre opere in formato cartolina raffiguranti rispettivamente le tre città: Bari, Giovinazzo, Bitonto. I disegni sono stati fatti direttamente a penna dall’artista, mostrando, in tal modo, la sua sicurezza nei tratti e nel rifiuto di utilizzare la matita.

Di Bari è stato raffigurato il lungomare, con i suoi caratteristici lampioni, di Bitonto, piazza Cavour da cui si può ammirare “Porta Baresana”e il torrione, invece, di Giovinazzo è stato ripreso uno scorcio della cattedrale di cui è stato evidenziato il tetto di colore rosso per metterla maggiormente in risalto.

Gianluca Vivacqua, artista cosentino, autodidatta, ama le tecniche di colorazione e disegno a basso costo e l’utilizzo della tecnologia digitale. Le sue tematiche comprendono: ludico, simbolico e pop astratto. Nella sua opera in esposizione “Due Amici” ha voluto raccontare l’amicizia tra il filosofo cosentino Bernardino Telesio e il poeta sorrentino Torquato Tasso. Quest’opera appartiene al ciclo dedicato ai “Luoghi e personaggi “ di Cosenza, città natale dell’artista.

Infine, ultima , ma non per importanza, la madrina e ideatrice della rassegna, Antonella D’Ecclesiis: pittrice molto conosciuta nel suo paese natio, Gravina in Puglia, la quale ha partecipato a varie rassegne nazionali e mostre personali e ha presentato a sua volta tre opere della nostra città: “Ponte Contemporany”, “Tramonto a Gravina“, e “Verso il ponte”. La prima opera mostra la strada di via Fontana la Stella, attraverso la quale si accede alla struttura. In questo dipinto è stato creato un gioco di chiaroscuri con i bianchi e i grigi che danno l’impressione che sia tridimensionale, a rilievo, invece è disegnato su tela.

A contrastare questa tonalità, oltre al cielo terso, c’è il verde brillante dell’erba selvatica, mentre in primissimo piano dei papaveri di un rosso sgargiante che fluiscono leggeri nel vento. La seconda opera “Ponte Contemporany” vede il ponte Viadotto in un‘esultanza di colori, di linee sinuose e morbide che si lascia facilmente interpretare in chiave futuristica. Infine, “Tramonto a Gravina” che è stata adoperata come logo della rassegna, è caratterizzato dal ponte visto al tramonto in cui le nubi creano delle striature colorate di giallo,arancione e rosa che riflettono la luce anche su alcune aree dello stesso.

Le striature arricchiscono l’azzurro del tramonto e la vegetazione circostante ne sottolinea l’imponenza. Hanno visitato la rassegna: personaggi noti locali quali Silvia Petrone, organizzatrice di eventi, talent scout, conduttrice e presentatrice; Aldo Dibattista, assessore locale ai lavori pubblici; Franco Nacucchi presidente dell’associazione 3P (Partecipare, Produrre e Progredire) che è una figura di riferimento di iniziative socio- culturali locali; professionisti noti; persone incuriosite e attratte da questa iniziativa.

La rassegna sarà visitabile fino al 27 giugno 2021 , essendo l’Archeoclub situata in Via Matteotti, nel cuore del centro storico di Gravina, sarà possibile visitare lo stesso e degustare prodotti tipici locali, dei ristoranti, pizzerie e bar nei dintorni.

Anna Rella

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