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Critica alla pornografia

La pornografia oggi è fruibile gratuitamente su Internet. Fino al 2005/2006  la stragrande maggioranza di siti porno era a pagamento. Molti utilizzavano la carta di credito e facevano le ore piccole.

Oggi esistono i siti in cui ognuno può pubblicare video, condividerli, vederli gratis. La pornografia è sempre stata una rappresentazione distorta della realtà per diversi motivi:  è basata in gran parte sulle prestazioni e sulla penetrazione, gli attori  sono iper-sessuati, nei filmati non vengono prese precauzioni per non contrarre malattie veneree, nei film professionisti la trama è scarsa, banale ed i protagonisti non fanno nulla nella vita tranne che fare sesso. Ma non c’è solo questo. Le prestazioni sessuali nella pornografia spesso sono dovute non solo alla prestanza degli attori ma anche a pasticche ed aiuti chimici vari.

Queste sono le caratteristiche costanti della pornografia, che è diseducativa, dato che in alcuni Paesi come l’Italia è una delle maggiori forme di educazione sessuale. Inoltre sembra che le pornoattrici siano tutte libere e felici di primo acchito, quando alcune sono state traumatizzate da uno stupro in tenera età oppure altre lo fanno esclusivamente per mantenersi o fare soldi facili.

Non solo ma quando smettono il mestiere, si sposano e fanno figli la società libera ed edonista occidentale presenta loro il conto: i coetanei dei loro figli, i genitori dei compagni di scuola sono veteromoralisti e li prendono in giro. Se poi le pornostar fossero così libere e felici non si spiegherebbe come mai si sono verificati diversi casi di loro suicidi in America. La pornografia produce comportamenti stereotipati. Molti ragazzi valutano attentamente durata dell’amplesso, prestazione, misure, fattezze.

Molti ragazzi esigono dalle loro fidanzate che facciano le stesse identiche cose delle pornoattrici e se non le fanno si sentono dei falliti. Il porno può causare complessi a persone di ogni tipo. Molti prendono come termine di paragone gli attori, si confrontano con le loro gesta. Allo stesso tempo c’è molto spirito di emulazione. Ci sono utenti di ogni tipo, indipendentemente dall’età, dal grado di istruzione, dal reddito, dal ceto sociale. Le pornografia scatena le più svariate pulsioni non solo sessuali.

Alcuni sono esibizionisti. Molti sono voyeur. Inoltre oggi si è diffuso il porno amatoriale a macchia d’olio. Molti vogliono gustarsi le gesta erotiche delle ragazze della porta accanto. In molti casi non pensano che si tratta di casi di revenge porn, di cui anche diverse vip italiane e diverse celebrities americane sono state vittime. Nonostante l’inasprimento della pena per questo reato in Italia è sempre difficile bloccare la diffusione delle immagini. La vittima può certamente perseguire il malfattore, ma spesso il danno è già stato fatto. La diffamazione aggravata molto spesso si è già compiuta.

A questo riguardo bisogna ricordarsi dei due suicidi di Tiziana Cantone (almeno per ora gli inquirenti ritengono che sia suicidio) e Carolina Picchio (anche se per Carolina si trattava di cyberbullismo estremo e non di revenge porn). In entrambi i casi si trattò di diffamazione aggravata. Oggi la pornografia è diventata molto cinica, delinquenziale ma anche democratica, nel senso che chiunque può essere utente e chiunque può esserne vittima: per essere vittima basta non accorgersi in un momento di debolezza di essere ripresi da una telecamera nascosta. Le vittime di revenge porn di solito soffrono di disturbo post-traumatico, quindi in effetti subiscono un vero trauma psichico. In linea di massima la domanda di pornografia è sempre in aumento.

Per quanto riguarda l’offerta anche essa è illimitata. Nella pornografia esiste una suddivisione in generi e sottogeneri, che è stata ripresa dalla classificazione psichiatrica delle perversioni sessuali e parafilie. Quindi è proprio il caso di dire che ce n’è per tutti i gusti. Ma perché la pornografia è così diffusa nel mondo occidentale? Per una questione di libertà di espressione? Per democrazia? Per business? Personalmente ritengo che sia per tutti questi motivi ma anche perché è una arma di distrazione di massa. I potenti probabilmente hanno letto Marcuse. In questa società per il potere è meglio che ci sia la cosiddetta desublimazione repressiva.

Per diventare rivoluzionari, artisti, intellettuali controcorrente bisogna sublimare, ovvero far salire gli impulsi sessuali dai genitali al cervello. L’energia sessuale deve quindi trasformarsi e nobilitarsi. Deve essere incanalata nei giusti binari. Invece la libertà sessuale diffusa nella società consente ai potenti di dormire sonni tranquilli. Saranno pochissime mosche bianche coloro che cercheranno inutilmente di ribellarsi, di cambiare veramente le cose. Ai tempi dei tempi la civiltà occidentale era basata sulla rinuncia pulsionale, sul trattenere gli impulsi sessuali. Questo era vero ai tempi di Freud.

Oggi il potere ha concesso qualcosa ai propri sudditi e la libertà sessuale è per l’appunto una valvola di sfogo. Ma si tratta veramente di vera libertà? In fondo è una libertà apparente, una libertà imposta, è un nuovo conformismo. In fondo nella stragrande maggioranza dei casi gli individui si sorbiscono le immagini porno nella loro cameretta. Se sono adolescenti le condividono ossessivamente nel loro gruppo di pari. Questa è libertà? Così come mi chiedo se è libertà sviluppare forme patologiche di dipendenza dalla pornografia o di dipendenza sessuale. Questo nuovo tipo di libertà sessuale postmoderna o occidentale non ha niente a che vedere con la libertà sessuale autentica dei sessantottini e di coloro che vissero Woodstock.

Allora la sessualità era più umana, più coinvolgente ed era una modalità per relazionarsi e per rapportarsi all’Altro. Era in una parola sola vera possibilità di comunione. Era rivoluzionaria. Era una forma di emancipazione. Il motto era “Fate l’amore e non fate la guerra”. Un tempo la libertà sessuale era un diritto da conquistare con fatica e sacrificio. Oggi è una cosa scontata, su cui nessuno riflette più minimamente.

Oggi la sessualità ha perso la sua carica eversiva. Anche la pornografia oggi  in definitiva è uno dei tanti condizionamenti dei mass media.

Davide Morelli

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