Il pressing su Conte cresce di ora in ora e tra i 5 stelle si ribadisce che non manca ancora molto perché tutti i nodi vengano sciolti. Proprio la domenica potrebbe essere il momento della ‘svolta’, con un vertice a Bibbona inizialmente convocato dallo stesso Grillo, poi (forse) saltato.
La scelta finale di Giuseppe Conte sul suo imminente futuro. E le prossime mosse di Beppe Grillo. C’è attesa tra i pentastellati per quelle che si preannunciano come decisioni destinate a rivoluzionare l’assetto stesso del Movimento 5 stelle, con un cambio di vertice in corsa a poche settimane dal pronunciamento degli iscritti che hanno decretato la fine della figura del capo politico e la nascita al suo posto di un comitato direttivo a cinque.
Ma il pressing sull’ex premier, che è tornato in cattedra per una lectio magistralis all’Università di Firenze dove tornerà ad insegnare dai primi di marzo, cresce di ora in ora e tra i 5 stelle si ribadisce che non manca ancora molto perché tutti i nodi vengano sciolti.
Proprio la domenica potrebbe essere il momento della ‘svolta’, con un vertice a Bibbona inizialmente convocato dallo stesso Grillo, poi (forse) saltato a causa della fuga di notizie e che, comunque, potrebbe ugualmente svolgersi nelle prossime ore.
Secondo indiscrezioni, l’incontro ristretto con Grillo e Conte – a cui sarebbero stati invitati solo i ‘big’, tra cui Di Maio, Fico e Crimi – potrebbe anche subire un rinvio ed essere spostato in altro luogo top secret. Fatto sta che ormai sembrano esserci pochi dubbi su un ritorno sulla scena politica dell’avvocato pugliese alla guida del Movimento. L’ultima parola, però, spetta a Grillo.
Ma dopo la fuga di notizie di sabato, al momento tutto tace. E silenti, come non mai dicono i ben informati, restano anche le chat interne. Di una “bella sorpresa” che sarebbe arrivata in questo week end è girata voce con insistenza nei giorni scorsi dentro il Movimento. In molti hanno parlato della necessità di una “evoluzione”, di una “rifondazione” di M5s che potrebbe anche rivedere il percorso degli Stati generali.
Conte, intanto, dopo la ‘trasferta’ fiorentina sarebbe rientrato a Roma. Nessuna anticipazione sulle sue intenzioni – e nessuna dichiarazione per ora – sembrano indicare la massima cautela. Ma il pressing affinché sciolga a breve la riserva e prenda in mano le redini del Movimento è forte.
“La guida risoluta del presidente Conte ha saputo guidare l’Italia in uno dei momenti più bui della sua storia. Sono convinto, ora più che mai, che la sua figura debba essere centrale nel progetto di rilancio del M5s e io sono pronto a essere al suo fianco anche in questa fase. Coraggio”, scrive sui social Stefano Buffagni.
Intanto, non si placano le fibrillazioni interne, e l’ex ministro Vincenzo Spadafora, che ha smentito un imminente addio, non manca di sottolineare: “Di dubbi su come sia stato guidato” il Movimento “in questa fase ne ho molti, come molti colleghi, moltissimi attivisti e milioni di elettori”.
Spadafora critica “la strategia e le scelte prese al buio da Crimi e Crippa” nell’ambito delle trattative per la formazione del nuovo esecutivo. E attacca la gestione del partito, mettendo in guardia: “Per motivi indipendenti dalla volontà di tutti la reggenza è durata troppo. Per guidare una comunità come il Movimento occorre una legittimazione forte, non burocratica. Si rischia di passare dal reggente al commissario liquidatore. Serve un cambio di passo radicale”.
Sulla strada della possibile svolta non è da escludere che si dovrà anche discutere del ruolo di Rousseau. Così come anche la partita del logo resta importante. Davide Casaleggio non entra nel merito delle questioni interne al Movimento ma, parlando in occasione della quinta tappa del tour digitale “La Base incontra Rousseau”, osserva: “Esistono sempre soluzioni diverse a quelle che abbiamo utilizzato fino ad oggi. Ma per trovarle bisogna guardare oltre, sperimentare”. Quanto a Rousseau, Casaleggio spiega che bisogna “dare agli attivisti sempre più strumenti per autodeterminarsi e incidere sulla vita politica”.
AGI – Agenzia Italia