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The fan

Anche in politica chi viene contagiato da questa patologia perde completamente ogni capacità critica, arroccandosi sulle posizioni del suo Vate, senza neanche avanzare qualche ragionevole dubbio.

Cosa deve fare un politico per perdere il consenso dei suoi fedelissimi?

Forse non basterebbe un omicidio in diretta tv, qualcuno arriverebbe a dire che è un fotomontaggio.

Si dice che il “per sempre” vale solo per la mamma e per la propria squadra, oggi si potrebbe estendere anche ai politici.

La cosa preoccupante è che in Italia questa deriva sta assumendo proporzioni di fanatismo che sta trasformando alcuni cittadini in una sorta di hooligan di un partito, di un esponente politico, di uno schieramento.

Chi viene contagiato da questa patologia perde completamente ogni capacità critica, arroccandosi sulle posizioni del suo Vate, senza neanche avanzare qualche ragionevole dubbio. L’assuefazione totale al pensiero di un altro privandosi dell’elaborare una propria teoria su un determinato fatto.

Per fortuna qualcuno è immune a questo virus, altrimenti le percentuali dei partiti sarebbero sempre le stesse e il parlamento sarebbe sempre il solito.

Lo zoccolo duro però non si muove, cementificato sulle sue(in realtà di un altro) posizioni.

Se questi sono gli effetti, proviamo a risalire alle cause.

– Si sente raramente (per non dire mai) un politico che affermi: ho sbagliato!

Neanche di fronte all’evidenza!

Quando qualcosa va storto l’importante è trovare velocemente a chi dare la colpa, non assumendosi mai la responsabilità di un fallimento, di una scelta sbagliata, di una grossolana cazzata.

Tanto i propri seguaci saranno pronti a sostenerlo accusando il capro espiatorio di turno.

– non esiste memoria storica; si può dire esattamente il contrario di quanto affermato pochi mesi prima. Basta affermare che si trattava di un altro contesto; che le frasi erano state riportate in maniera erronea; che è stato decontestualizzato da un un discorso a più ampio raggio. Ed ai fan è sufficiente.

– la stampa ormai non è più di informazione ma di opinione; salvo pochissime testate che fanno ancora inchieste vere e salvo pochi giornalisti che stanno al di sopra delle parti narrando i fatti senza giudicarli; la maggior parte di TV e giornali fanno politica. E la fanno in maniera faziosa ad immagine e somiglianza del proprio leader politico, di qualunque schieramento esso sia; incensandolo e buttando fango sui rivali.

Da quando poi i social sono diventati le principali armi di propaganda, sempre più raramente assistiamo a normali contraddittori. I monologhi sono più efficaci per far breccia nel cuore dei fedelissimi

– ideali, ideologie e programmazione non esistono più! Si guarda solo, per propria convenienza, all’oggi per il voto di domani; e non all’esperienza dello ieri per creare, per il bene della collettività, il dopodomani.

Succederà mai che un leghista affermi “questa legge dei 5 stelle è valida e la votiamo” o che un esponente del PD accetti una mozione di fratelli d’Italia o che un renziano… no forse i renziani sono capaci di tutto!

Ma è possibile ragionando con un minimo di oggettività che pur su posizioni e ideali completamente diversi non ci sia un argomento che può accomunare?

No! Non è possibile!

Ma questo non succede; neanche nella più grossa crisi sanitaria, economica e sociale mai vissuta.

Perché si può mandare un paese a puttane, ma mai deludere i propri adepti!

“Beati i popoli che non hanno bisogno di eroi” (B.B.); sventurati quei popoli che hanno bisogno di costruirseli, gli eroi!

Giacomo Vivarelli

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