Principale Arte, Cultura & Società Vanzina contro gli hater: “Si cospargano il capo di cenere”

Vanzina contro gli hater: “Si cospargano il capo di cenere”

Ha firmato una commedia ambientata durante il lockdown. A chi lo ha accusato di non aver rispetto della tragedia del Covid replica: “Non l’ho presa alla leggera. E’ terribile essere accusato di speculare sulla morte”

 Carlo e Enrico Vanzina

“Abito nel centro di Roma, che durante il lockdown era diventato allo stesso tempo spettrale, angosciante ma anche magnifico. Forse per una chiamata dall’alto di mio padre e mio fratello (il regista Steno e Carlo Vanzina, scomparso nel 2018 ndr), ho capito che quella del lockdown era un’occasione irripetibile per dare vita a una commedia all’italiana, con dei personaggi che vivono sotto la cappa di una tragedia più grande di loro”. Così Enrico Vanzina ha spiegato cosa lo ha spinto a cimentarsi per la prima volta a 71 anni con la regia, “in un film che punta sulla ricerca della felicità di quattro personaggi negativi a modo loro”.

Definendolo un film “molto scritto, semplice, anche cattivo ma assolutamente non politico” Vanzina ha spiegato di essersi ispirato a “Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese, appositamente visto e rivisto più volte e “Carnage” di Roman Polanski: “Li ho scelti perché hanno saputo raccontare, in maniera fantastica, una storia chiusa tra poche pareti”.

Il neoregista si è tolto anche qualche sassolino rispetto a chi sui social, basandosi sulla sola locandina, lo aveva tacciato di aver mancato di rispetto alla tragedia del Covid-19 buttandola a ridere: “Guardando il film chi mi ha criticato deve cospargersi il capo di cenere – ha detto – io nella vita ne ho viste di tutti i colori, ma leggere che ci sono oltre mille persone che ti odiano e ti dicono che sei un mostro è dura. Fanno male a loro stessi, sono stupidi, non l’ho presa alla leggera”.

Felice che l’associazione degli autori e i più grandi giornalisti lo abbiano difeso, sottolineando il diritto alla commedia, Vanzina ha raccontato però che il dolore non passa: “Per me che ho vissuto così recentemente il dolore per la scomparsa di mio fratello Carlo, raccontandolo anche in un libro, è stato terribile essere accusato di speculare sulla morte”.

Al fratello regista, ha raccontato, si è rivolto in alcuni momenti di impasse della sua prima prova dietro la macchina a presa. “E’ successo ad esempio in una scena di sesso che non sapevo come fare, mi è venuta subito l’idea di far vedere soltanto un gran movimento sotto le lenzuola, senza inquadrare altro”. E stamattina, ha aggiunto a suo fratello ha anche chiesto se avesse fatto bene a dare vita a ‘Lockdown all’italiana”: “Ho sentito solo un grande silenzio, sono sicuro che sia stato un silenzio assenso”, ha scherzato.

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