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Quando e come si voterà in questo primo appuntamento elettorale in piena pandemia? 

di Daniela Piesco

Accessi contingentati negli edifici, percorsi distinti, distanziamento tra i componenti del seggio e tra questi e gli elettori, mascherina obbligatoria e da rimuovere solo per il riconoscimento, cabine da disporre alla maggior distanza possibile, tenendo conto dello spazio disponibile e delle necessità di movimento. E poi periodica pulizia di tavoli e cabine durante le operazioni di voto, con gli elettori invitati a detergere le mani in tre occasioni durante la permanenza nel seggio.

Sono alcune delle norme stabilite in un protocollo firmato dalla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e dal ministro della Salute Roberto Speranza in vista del voto di settembre, quando gli italiani saranno chiamati alle urne sia per il referendum sul taglio dei parlamentari che per la tornata di Regionali e amministrative.

Il 20 e il 21 settembre gli italiani saranno chiamati alle urne per eleggere 7 Consigli regionali e circa mille Consigli comunali, oltre alle elezioni suppletive di due collegi uninominali di Sardegna e Veneto.

A tali appuntamenti va aggiunto il Referendum costituzionale confermativo relativo al taglio dei parlamentari promosso dal Movimento Cinque Stelle.

Il Referendum costituzionale confermativo, a differenza di quello abrogativo non ha il famoso Quorum di validità. Quindi l’esito referendario sarà valido indipendentemente dalla partecipazione degli elettori.

Ecco il testo del quesito referendario: “Approvate il testo della legge costituzionale concernente ‘Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari’, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 240 del 12 ottobre 2019.

Gli elettori esprimeranno il proprio diritto di voto, semplicemente barrando una delle due caselle: “NO” o SI”.

Quelle che si svolgeranno, saranno le prime elezioni in tempo di Covid19 e se il peggio sembra essere passato, senza le dovute precauzioni corriamo però il rischio di tornare indietro di mesi.

Per questa ragione, il Comitato Tecnico-Scientifico ha elaborato delle linee guida per un voto sicuro. Le parole d’ordine sono distanziamento e igiene ma non solo.

Saranno istituiti dei percorsi di ingresso e uscita dal seggio e saranno create delle aree di attesa all’esterno del seggio.

Ovviamente si dovranno mantenere le distanze di sicurezza tra l’elettore e i componenti di seggio: 1 metro e 2 metri quando si dovrà abbassare la mascherina per il riconoscimento facciale.

Gli elettori (e non solo) saranno obbligati a indossare per tutto il tempo dell’esercizio del voto la mascherina, oltre a igienizzarsi le mani una volta entrati. Poi anche prima di ricevere la matita e la scheda e solo dopo, si potrà recarsi all’interno del seggio e votare.

Una volta votato, l’elettore dovrà egli stesso riporre la scheda all’interno dell’urna.
 E  igienizzare le mani prima di uscire.
È rimesso alla responsabilità di ogni elettore il rispetto delle regole basilari di prevenzione, quali:
-evitare di uscire di casa e recarsi al seggio in caso di sintomatologia respiratoria o di temperatura corporea superiore a 37.5°;
-non essere stati in quarantena o isolamento domiciliare negli ultimi 14 giorni;
-non essere stati a contatto con persone positive negli ultimi 14 giorni.

Per tali ragioni il Comitato scientifico non riteine necessaria la misurazione della temperatura corporea per l’accesso ai seggi.

Chi è in quarantena o isolamento fiduciario può votare, senza per questo mettere a rischio la salute degli altri cittadini.

Il  ministero dell’Interno ha pensato ,infatti,a come assicurare l’esercizio del diritto di voto a coloro che non possono allontanarsi dalla propria abitazione.

Chi è positivo al coronavirus in quarantena, sottoposto al trattamento domiciliare o in isolamento fiduciario può votare direttamente a casa inviando una dichiarazione scritta al sindaco del comune di residenza. Qui di seguito modi, tempi e documenti necessari per richiedere il voto domiciliare in caso di quarantena obbligatoria o fiduciaria.

Praticamente definito il quadro delle posizioni dei vari partiti in vista del referendum confermativo dei prossimi 20 e 21 settembre sulla legge costituzionale che riduce il numero dei parlamentari.

Se è chiara la posizione del Movimento 5 stelle,  più problematica appare la situazione all’interno dell’altro partito di maggioranza, il Pd.

Zingaretti e  Dario Franceschini sono fortemente votati al ‘pacta sunt servanda’ (rispetto all’alleato Cinquestelle e al proprio interno dopo il voto favorevole in Parlamento alla riforma), mentre l’ex tesoriere Dem, Luigi Zanda, l’ex presidente della Camera, Laura Boldrini, e Gianni Cuperlo hanno ribadito la loro contrarietà alla riduzione del numero dei parlamentari e quindi il No al referendum.

 Il no viene espresso anche da big Democratici, quali Romano Prodi, Arturo Parisi, Giuseppe Fioroni e Rosy Bindi.
 All’interno di Forza Italia,Silvio Berlusconi, al quale si augura una pronta guarigione dal covid, ha definito demagogica la riduzione del numero dei parlamentari senza una “riforma organica” della Costituzione.
Restando nel centrodestra, se Fratelli d’Italia, pur senza particolari clamori, ha subito annunciato di essere a favore della riforma, anche dal segretario della Lega, Matteo Salvini, oggi è stato ribadito il Sì “per coerenza”, anche se “questa riforma però doveva essere legata ad altre riforme”.
Ebbene chi sta  al governo non dovrebbe politicizzare eccessivamente questo referendum , lasciando libertà di voto.

 Anche rispetto ad una riforma che  appare essere uno spot, una proposta populista.

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