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La Marchesa delĀ Grillo

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Anna Lombroso

Ma vuoi vedere che ĆØ vero che i vecchi, posseduti dallā€™istinto di autoconservazione, sono egoisti? La tesi, si sa, ĆØ molto propagandate dalle alte sfere dellā€™economia e della finanza che per questo li vuole condannare a emarginazione e morte precoce, per punirli della rottura dei vincoli e dei patti generazionali in qualitĆ  di insaziabili parassiti che pesano sui bilanci pubblici e sul sistema di Welfare, che non hanno voluto garantire nemmeno ai loro discendenti gli standard di benessere dei quali hanno goduto dissipatamente.

Ogni tanto a sostegno di questa convinzione fa capolino, emergendo dalla palude retorica dei nonni, dei poveri anziani morti di Covid19 senza la consolazione di una carezza filiale, Ā delle case di riposo focolaio del virus, qualcuno Ā che, cito dai social, denuncia come a scorrazzare per le strade ci sarebbero unicamente untori ultrasettantenni ā€“ insomma dellā€™etĆ  della Fornero che in forma autolesionista aveva denunciato la pressione sociale di quegli Ā stessi che voleva ancora al lavoro- Ā irresponsabilmente Ā inosservanti Ā delle elementari regole di sicurezza e distanziamento, Ā portatori, volontariamente, del contagio per evidente odio nei confronti della gioventĆ¹ e delle speranza di vita che reca con sĆ©.

E dire che da piĆ¹ di due mesi non si fa che parlare di ritrovata solidarietĆ , delle lezioni dā€™amore e compassione che ci impartisce questo inedito incidente della storia. Eppure Ā la decimazione dei vecchi, prodotta dalla demolizione del sistema sanitario, da quello della prevenzione e dellā€™assistenza, dalla consegna della ricerca scientifica a imprese Ā impegnate a conservare la produttivitĆ  dei giovani, attraverso i brand degli integratori, degli psicofarmaci, Ā degli elisir per sopportare il futuro, trova nuovo consenso grazie alla frustrazione delle vittime del terrorismo catastrofista.

CosƬ ĆØ inutile ricordare che ci sono migliaia di anziani reclusi, abbandonati a se stessi, separati da figli e nipoti ma spesso anche dalle persone pagate per prendersi cura di loro, con il frigo piĆ¹ vuoto che nelle case di riposo dove sono stati contagiati e sono morti, erano stati conferiti come un rifiuti da scaricare, che non essendo nativi digitali, non possono pagare bollette, ordinare la spesa online e neppure i farmaci, che Ā le procedure burocratiche, se perfino lā€™Inps sbriga ogni formalitĆ  in via informatica, a cominciare dal Pin per accedere al proprio profilo, diventano una ossessione che Ā non li fa dormire.

EĀ  ancora piĆ¹ inutile rammentare che lā€™andamento dellā€™economia familiare da anni si fonda sul loro appoggio, per via di quei fondamenti sani del Paese a detta dellā€™irriducibile eterno giovanotto, le loro pensioni e i loro risparmi che aiutano a mantenere agli studi i nipoti, che contribuiscono alle assicurazioni e ai mutui dei figli, sul loro aiuto per accudire i bambini, un impegno che oggi viene riconosciuto perchĆ© manca, proprio quando le scuole sono chiuse e i genitori che svolgono le ā€œattivitĆ  essenzialiā€ non sanno dove parcheggiarli.

Ieri perĆ² una difesa in loro nome reca la firma di una, autoproclamatasi, Grande Vecchia della sinistra, che scende in campo con la proverbiale e inossidabile Ā combattivitĆ , per aderire allā€™appello degli intellettuali Ā e di ā€œgente comuneā€ in difesa dellā€™Esecutivo guidato da Conte, conquistata, pare, Ā dalla voluttĆ  di stare con la maggioranza, di stare con Governo, Ā condizione che in veritĆ  aveva giĆ  da tempo sperimentato ripetendo i riti e battendosi le mani sul petto con lā€™atto di fede europeista, comprensivo di poltrona, prestigio e trattamento da pensionata dā€™oro. Ma colpita anche dalla ingenua scoperta, in occasione del virus che colpisce soprattutto loro, non certo inaspettatamente, come la miseria, lā€™invisibilitĆ , status strettamente connesso alla povertĆ ,Ā  che la condizione degli anziani ĆØ dura, amara, umiliante.

E poi ci si domanda perchĆ© la sinistra non ĆØ piĆ¹ una stella polare cui guardare per orientare il riscatto degli sfruttati!

Nel dirsi ā€œfelice di firmare lā€™appelloā€Ā (ne ho scritto qui:Ā https://ilsimplicissimus2.com/2020/05/02/manifesta-malafede/Ā Ā Ā  Ā  Ā  e qui:Ā https://ilsimplicissimus2.com/2020/05/03/santo-subito/Ā Ā ) Ā sentendosi cosƬ tra ā€œcompagniā€ con i quali condivide ā€œun insieme di valori e di pratiche di vitaā€ ,Ā oltre che un certo rigetto per una aberrazione della democrazia Ā che consisterebbe nella ā€œdilagante pratica referendaria che consiste nel premere un tasto su cui cā€™ĆØ lā€™immagine di un pugnetto a pollice in su o in giĆ¹ā€, Ā Luciana Castellina rivendica, come succede ā€œquando la carne se frusta e lā€™anima se giustaā€, Ā e quando si ĆØ pronti per lā€™ultimo atto del percorso disegnato magistralmente da Arbasino, diventare cioĆØ venerabili maestri, Ā di essere Ā ā€œvetero e di non sopportare i nuovistiā€, e in questa qualitĆ  si sente autorizzata a riproporre Ā ā€œun antico e sacrosanto principio: la mia libertĆ  trova un limite in quella dellā€™altro. Lā€™individualismo esasperato, che ĆØ uno dei danni principali prodotti dal neoliberismo, ha finito per insidiare il nostro senso di appartenenza a una collettivitĆ , a mettere in discussione i doveri che questa imponeā€.

Ma si, che cosa ĆØ mai una libertĆ  che attenta, per egoismo, alla sopravvivenza ā€œdi chi ĆØ piĆ¹ fragile, perchĆ© vecchio o in cattiva salute o ben protetto da trasporti privatiā€, che mette in pericolo la sua stessa esistenza di ā€œappartenente a una categoria Ā molto a rischioā€,Ā minacciata, si direbbe, Ā dai runners, dagli anziani che vanno al supermercato, forse dai Ā baciapile che pretendono di recarsi alla santa messa, o forse, cā€™ĆØ da sospettarlo, dai milioni di lavoratori che da due mesi le garantiscono, in violazione delle limitazioni ā€œsacrosanteā€ imposte in difesa della salute, vitto, luce, acqua, telefono, pc, informazione, per quel che vale, medicine, assiepandosi su metro, bus treni e posti di lavoro, producendo e consegnando merci essenziali, F35 compresi. Ma si cosa ĆØ mai una libertĆ  come la intendono quelli Ā che vorrebbero esercitarla a ā€œsuo dannoā€, Ā perchĆ© ĆØ ormai chiaro che dietro a questi improvvisati difensori dei diritti costituzionali si nascondono licenziosi promotori di crapule e orge e organizzatori di rave, oltre a un padronato feroce, nemmeno nominato e che, per dir la veritĆ  ha finora dettato misure, scadenze, regole arbitrarie e discrezionali a garanzia di una sicurezza sanitaria, che si augurano provvisoria in modo da tornare Ā al piĆ¹ presto alle normali ā€œmorti biancheā€.

E chi avrebbe pensato che in mancanza di lavori stradali da commentare, si sarebbe configurato un pensiero comune e corporativo di anziani, tra presidenti e papi emeriti, vecchi sporcaccioni inguaribili, perfino ex incendiari passati al corpo dei vigili del fuoco Ā in nome della riduzione della lotta di classe a guerra allā€™influenza, in difesa del lockdown e della necessitĆ , spiacevole certo, ma doverosa, di guidare un popolo infantile, indolente, irresponsabile, irriguardoso (perfino non li vuole piĆ¹ votare o starli a sentire) al nobile scopo di disciplinarlo e condurlo alla ragione, come si fa con fanciullini riottosi e impenitenti.

Dā€™altra parte ĆØ consuetudine dei Marchesi del Grillo, per quali e quante palle conti il loro blasone, o delle Marie Antoniette, che possono muoversi con mezzi privati, che ricorronoĀ  Ā a personale mercenario che svolga lā€™attivitĆ  essenziale di nutrirli e equipaggiarli brioche e pomodori compresi, magari attraverso provvisorie legittimazioni e estemporanee regolarizzazioni, Ā sentirsi autorizzatiĀ  a rivendicare la loro Ā appartenenza alla collettivitĆ , la rispondenza ai ā€œdoveriā€ che lā€™emergenza impone, grazie alla saltuaria obbedienza, perfino Ā a imposizioni contraddittorie, indecifrabili, dispotiche come leggi marziali, al consenso credulone a una scienza convertita in opinione Ā al servizio dellā€™esecutivo e di organismi di nuovo conio svincolati dal controllo parlamentare, se si tratta di salvare la ghirba, giĆ  tutelata allā€™origine, tanto da potersi comprare il corredo necessario alla vita ben piĆ¹ della sopravvivenza, grazie a privilegi, prerogative, cure, luminari, comoditĆ .

ā€œNelle ultime settimane ho riscontrato con qualche sconcerto nella stessa mia area politica di sinistra, scrive, Ā una insofferenza verso le misure restrittive dei nostri comportamenti, condivisibile se ĆØ solo lā€™espressione del fastidio che ognuno di noi prova nel rispettarle, e invece inaccettabile se si considerano lesione di un nostro dirittoā€.

E pensare che cā€™ĆØ chi riscontra con sconcerto che dichiari lā€™ancora viva Ā militanza di sinistra chi crede che sia possibile la libertĆ  senza giustizia sociale, se cā€™ĆØ chi va protetto in casa sua, e chi deve uscirne per produrre, se cā€™ĆØĀ  chi la casa non ce lā€™ha, se cā€™ĆØ chi la casa non lā€™avrĆ  perchĆ© con le restrizioni sono state sospese superstiti garanzie, se cā€™ĆØ chi da casa vorrebbe andarsene al lavoro ma il lavoro non ce lā€™ha e non lā€™avrĆ  piĆ¹, mentre si moltiplicano i debiti, si accumulano fatture e affitti. Se cā€™ĆØ chi crede che sia possibile una libertĆ  senza uguaglianza.

E se cā€™ĆØ chi crede che sia possibile una libertĆ  senza diritti, quelli considerati inalienabili e che, anche grazie a guardiani poco solerti, sono stati cancellati, Ā e pure quelli che da qualche tempo vengono elargiti con lo stesso spirito delle mance e dei prestiti concessi da banche amorevoli, interrotti inĀ  nome di uno stato di necessitĆ  punitivo che li sottopone a gerarchieĀ  e graduatorie, cosƬ sempre ci sarĆ  chi se li merita, chi se li piglia e chi invece non se li ĆØ guadagnati e ereditati.

Ma non cā€™ĆØ da stupirsi, ĆØ proprio il tipo di libertĆ  negoziato da chi si dice pronto a sacrificarsi per le masse, purchĆØ restino remote e lontane da lui, per non contagiarlo, per restare invisibile, che occhio non vede cuore non duole. E purchĆØ non ci si debba camminare a fianco.

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