Principale Politica «Non vedo un’alleanza possibile tra PD e Movimento»

«Non vedo un’alleanza possibile tra PD e Movimento»

Dopo aver interrogato sullo stesso tema i dirigenti locali dei due partiti, ci siamo rivolti ad un elettore del partito guidato da Nicola Zingaretti, Antonio Lanzolla, giovane programmatore informatico. Prossimamente ci soffermeremo sullo stesso tema con un simpatizzante del movimento 5 Stelle

Salve Antonio. Come valuta questa alleanza di governo tra PD e Movimento 5 Stelle e quali pensa possano essere le prospettive future?

Credo che non sia possibile un’intesa duratura tra le due compagini.

Partito Democratico e Movimento 5 Stelle sono due schieramenti totalmente differenti a livello di storia, formazione e autorevolezza dei propri componenti interni. Il Movimento fondato da Grillo sconta forti problemi di leadership specialmente guardando alla gestione Di Maio, a mio avviso non all’altezza di gestire una compagine di governo. Nel PD, invece, c’è una maggiore autorevolezza a livello internazionale con figure di rilievo e spicco all’interno della sua formazione (si pensi a David Sassoli, presidente dell’europarlamento e Paolo Gentiloni, commissario agli affari economici, n.d.r.).

Non che il PD se la passi troppo meglio tra il “movimentismo” di Renzi e le insofferenze di alcuni parlamentari…

In effetti, entrambi i partiti hanno grosse problematiche di gestione interna…

E secondo lei a cosa è dovuto questo?

Sono due agglomerati di personalità differenti con idee estremamente discordanti su alcuni dei temi centrali che andrebbero affrontati con estrema urgenza nei prossimi anni. Questi contrasti si trasformano in una enorme bomba ad orologeria e, mantenendo un’intesa con il M5S, il PD rischierebbe di amplificare ulteriormente i già grossi problemi di correnti che da anni logorano il partito. I Pentastellati, dalla loro, cercano in tutti i modi di aggrapparsi a qualunque appiglio per poter rimanere al governo sperando di rimandare o annientare la loro inesorabile dipartita.

Ma non è così che si può creare un’intesa credibile.

Si capisce che è molto scettico a riguardo. Quindi lei cosa farebbe se fosse chiamato a decidere per il Partito Democratico?

La formazione democratica dovrebbe evitare di fare ulteriori accordi con i 5S che somigliano tanto alle corazzate di “Uliviana” memoria, e che ben sappiamo come sono andate in passato: penso ad esempio alla pessima figura fatta dall’ultimo governo Prodi.

Il PD, invece, dovrebbe fare una riflessione interna seria e profonda portando un vero vento di cambiamento: non si può continuare a far politica puntando il dito contro un “nemico”. Se in passato era Berlusconi oggi l’obiettivo è la destra populista. Il centro sinistra deve tornare a parlare al suo zoccolo duro, tornare nelle fabbriche e tra gli operai, abitudine che negli ultimi anni ha totalmente abbandonato diventando partito d’élite e non più partito del popolo.

Molto chiaro. Ringraziandola per il suo tempo, chiudiamo con una riflessione su Mola di Bari: anche a livello locale è scettico o ravvede possibilità più concrete di una futura alleanza?

Un’alleanza a livello locale avrebbe gli stessi effetti… Molti indecisi di centro sinistra e molti indecisi di M5S potrebbero sentirsi non rappresentati da questo pericoloso dualismo. Questo potrebbe anche comportare un’emorragia di voti verso altre liste o verso l’astensione.

Dalle dichiarazioni di Antonio Lanzolla si evince una diffusa disillusione rispetto alle prospettive benefiche di questa intesa, vista, anzi, come negativa, soprattutto a livello locale: il malessere delle due basi, anziché portare ad un’addizione tra le due masse elettorali, potrebbe comportare una dispersione di voti in “libera uscita”, magari intercettabili da liste civiche più o meno vicine alle sensibilità dei rispettivi elettori. E da parte dei 5 Stelle, qual è la reazione a questa possibilità?

Continuate a seguirci e lo saprete.

Vito Longo

Gianvito Pugliese

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