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Parliamo di scoutismo: Aquile Randagie

La 49° edizione del Giffoni Film Festival ci ha riservato una chicca cinematografica di straordinario interesse proiettando  in anteprima mondiale un film che parla si scoutismo (tema molto raro e poco trattato nel put variegato tematismo della 7° Musa) e di un episodio che ha visto come protagonisti un gruppo di scout lombardi  noti come Aquile Randagie.

Quella delle Aquile Randagie, il gruppo di giovani scout lombardi che nel 1928 non accettarono la soppressione dello scautismo decisa dal fascismo e continuarono a riunirsi in clandestinità,  è una storia di coraggio e di paura, di fedeltà e di ribellione. Una storia che ora è un film, realizzato da Gianni Aureli, regista, videomaker e capo scout, che ha condiviso il sogno, nato nel 2013, con la moglie Gaia Moretti, sceneggiatrice, docente di Comunicazione interculturale alla Lumsa e capo scout, e da molti altri che hanno dato il loro contributo anche attraverso due crowdfunding. Il film, prodotto dalla Finzioni Cinematografiche, è stato proiettato in anteprima mondiale il 22 luglio al Giffoni Film Festival, la storia è particolarmente intrigante ed ha emozionato giornalisti, critici e soprattutto i tanti ragazzi presenti; racconta come un gruppo di scout di Milano e Monza, nonostante un decreto di Mussolini ne avesse cancellato l’esistenza e proibito ogni attività connessa continuarono a svolgere la loro missione in clandestinità  utilizzando messaggi in codice e cifrati per non venir scoperti. Guidati da Andrea Ghetti, del gruppo Milano 11, che si farà chiamare “Baden”, e Giulio Cesare Uccellini, detto “Kelly”, capo del Milano 2, dal 1935 utilizzarono la Val Codera, valle secondaria della Valchiavenna, in provincia di Sondrio, ancora oggi raggiungibile solo a piedi, per le attività clandestine, i campi estivi, i fuochi serali.

In quel piccolo paradiso dove sembrano lontanissimi gli orrori che si consumano a poche decine di chilometri, le Aquile Randagie si sentono più sicure. Ma tornati in città, sono controllati dai fascisti. In una notte d’autunno Kelly viene pestato a sangue da una squadraccia ed a causa delle ferite riportate perde l’udito da un orecchio. Ma Kelly resta il leader del gruppo di circa 20-25 giovani. Baden a sua volta nel 1939 viene ordinato sacerdote dall’arcivescovo Schuster, nel Duomo di Milano, e diventa assistente spirituale della Aquile Randagie. Lo stesso anno Baden incontra monsignor Giovanni Battista Montini, il futuro Paolo VI, addetto alla Segreteria di Stato, che lo esorta a conservare il metodo e lo spirito, nella prospettiva di un futuro libero.

Dopo l’8 settembre 1943, insieme a don Giovanni Barbareschi e ad altri parroci milanesi, i capi delle Aquile Randagie danno vita all’Oscar (Opera scautistica cattolica aiuto ricercati) per portare in salvo perseguitati e ricercati di diversa nazione, razza, religione, con espatri in Svizzera attraverso i boschi e i monti che nessuno conosceva meglio di loro. Tremila i documenti falsi messi a disposizione di ebrei, ricercati e perseguitati politici, disertori. Più di duemila ( per l’esattezza 2166) gli espatri clandestini attraverso la Val Codera: tra i salvati c’è anche Indro Montanelli. E c’è chi, purtroppo, in questa “resistenza disarmata”, perde la vita. Come Peppino Candiani, aquila randagia di appena 19 anni, ucciso senza pietà al confine italo-svizzero durante un espatrio. Don Giovanni Barbareschi, fu proclamato Giusto tra le nazioni e medaglia d’argento della Resistenza.

La loro mission si conclude proteggendo la vita, a guerra finita, ai persecutori di ieri, salvandoli dalla giustizia sommaria dei partigiani; per quegli stessi sentieri della Val Codera, gerarchi nazisti e fascisti catturati vengono consegnati alle autorità svizzere per avere un giusto processo. Il film “Aquile Randagie”, intessuto su storie vere viene distribuito dall’Istituto Luce di Roma che, dopo l’uscita in Italia prevista per il 30 settembre, lo vuole portare anche negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. Per  il regista, il 35 enne romano Gianni Aureli “Aquile Randagie” è un film “che vuole parlare ai giovani per raccontare loro che avere coraggio è possibile e che non solo è possibile ma è anche bello. Avere ideali e credere in quegli ideali è auspicabile ,anche quando il resto del mondo fa di tutto per impedirti di avere un ideale, di crederci. Quindi speriamo che il coraggio che hanno dimostrato le aquile randagie in quegli anni sia di esempio e di sprone per le giovani generazioni di adesso”.

Storie di coraggio, paura, fedeltà e ribellione ma anche tanta avventura che il film cerca di far rivivere puntando sul fatto che una delle componenti fondamentali dello scoutismo è proprio l’avventura.  “Noi non spariamo, non uccidiamo, noi serviamo”: in questa frase è racchiuso il senso della partecipazione delle Aquile Randagie alla Resistenza in sintesi perfetta con l’organizzazione Oscar che correndo pericoli incredibili per portare i prigionieri in Svizzera per salvare le loro vite, servivano, accompagnavano, erano gli angeli custodi che non usavano le armi in quanto contrari ad uccidere. Questo film è un sogno che si realizza grazie anche all’aiuto di tanti, sostiene il regista; ce l’abbiamo fatta con l’aiuto di moltissime persone, di moltissimi enti: il ministero dei Beni culturali, l’Istituto Luce, l’Agesci, il Masci  Abbiamo fatto due crowdfunding, abbiamo avuto supporto anche dal Mibact e dalla Lombardia film commission. Il tutto si può fare a patto che si abbia una storia che valga la pena di raccontare e soprattutto che qualcuno la voglia ascoltare. Al di là del suo valore storico, sociale , culturale, politico e documentaristico il film ci offre lo spunto per due considerazioni. Il Giffoni Film Festival che si è conquistato meritatamente  una nicchia a livello mondiale nel settore della cinematografia per ragazzi e bambini di tutto il mondo, cresce di edizione  in edizione grazie alla qualità ed alla originalità dei film selezionati e proiettati provenienti da tutti i Continenti.

In secondo luogo il film rilancia a livello mondiale l’interesse per lo scautismo associazione/movimento che sembrava quasi in ombra o in via di estinzione e che al contrario gode buona salute, e mostra d’essere pieno di vitalità e di attualità. Appena due giorni or sono proprio Papa Francesco ha parlato presso la Sala Nervi ad oltre 5.000 ragazze e ragazzi scout provenienti da tutte le nazioni  del mondo, nel corso di un evento organizzato dall’Unione e dalla Federazione degli Scout d’Europa; agli stessi ha ricordato il valore della libertà, che va difesa e custodita come bene primario dell’uomo nonchè la necessità nella vita di relazione di costruire ponti  verso gli altri se vogliamo che gli altri percorrino ponti verso di noi.

Lo scoutismo è, come dichiarato  nel 1924 dalla Conferenza Internazionale dello Scoutismo di Copenhagen, un movimento di carattere nazionale, internazionale e universale che ha come fine ultimo la formazione fisica, morale e spirituale della gioventù mondiale. Nato nel 1907 da un’idea del Tenente generale inglese Robert Baden Powell questo metodo educativo è fondato sul volontariato e sull’imparare facendo, attraverso attività che si svolgono all’aria aperta e in piccoli gruppi. Oggi lo scoutismo conta più di quaranta milioni di iscritti raggruppati in oltre 600 maxi organizzazioni a livello mondiale ed è uno dei più grandi movimenti al mondo ad occuparsi dell’educazione non formale dei giovani, la parola scout, che significa in inglese ricognitore, esploratore, venina e viene usata in ambito militare per indicare tutti quei ragazzi e quelle attività volte a localizzare il nemico. Fu scelta da Baden Powell pensando ai ragazzi e ai molteplici orizzonti che essi potevano scoprire; il termine vuole anche far pensare a delle persone  in grado di cavarsela da soli nelle situazioni più diverse, difficili e complesse.

Nel 1890 Baden Powell scrisse un piccolo libro di istruzioni alla sopravvivenza “Aids to Scouting” commentando in proposito “Io ho messo in questo libro tutto quello che è necessario a fare di te un buono scout”, nel 1908 Baden Powell pubblicò un secondo volumetto “Scoutismo per ragazzi” con il quale ottenne un successo di proporzioni  inimaginabili anche per lo stesso Baden Powell e che ancora oggi rappresenta le solide fondamenta del movimento e rimane ancora oggi un punto di riferimenti ineludibile per tutti gli esploratori e per tutte le guide del pianeta poiché contiene tutti i punti ed i suggerimenti necessari per diventare ed essere un buon scout nel segno della fratellanza, della solidarietà, dell’altruismo e del rispetto.

Giacomo Marcario

Comitato di redazione del Corrierepl.it

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