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Economia italiana

Manca ancora, a poche settimane da fine anno, un piano di ripresa funzionale per tentare, almeno, di presumere tempi migliori per la Penisola. E’ dal 2010 che stiamo scivolando verso l’abisso. La tribolata vita di ben due Esecutivi d’emergenza ne è stata una percepibile prova. Il primo semestre del 2018, dopo il voto politico di marzo, doveva essere destinato agli interventi a tutela dei redditi. Così non è stato. Siamo dell’avviso che solo una politica priva di contraddizioni potrà evitare la temuta cronicizzazione dei mali socio/economici di Casa nostra.

 La crisi resta ed ha investito tutte le strutture produttive; soprattutto quelle private. Su questo fronte, la politica s’è rivelata, per ora, impotente. Il numero dei disoccupati non può farci sperare in un futuro meno condizionato. La situazione, che è sotto gli occhi di tutti, forse, troverà qualche evoluzione dopo il varo del Contratto di Governo Di Maio/Salvini. Se così non sarà, la “crisi” ritroverebbe vigore proprio in questo momento complesso per il Paese. I tempi delle critiche in sordina stanno volgendo al termine. L’attesa ha da lasciare il posto alla certezza di tempi ancora “dilatati”. Quindi, bando agli ottimismi di facciata e prepariamoci a vivere in un Paese che vorrebbe uscire dal “limbo” politico di questi anni. Anche le imminenti festività di fine 2018 saranno “diverse”.

 L’Italia vive una realtà politica incerta. Dopo i risultati elettorali, d’illusioni non era il caso di farcene più. Su “nuove”, possibili, operazioni “socio/economiche” ci guardiamo bene dall’assumere convinzioni. Sarebbero, comunque, a rischio. Tuttavia, questo Potere Legislativo dovrebbe rappresentare l’impegno per ritrovare la “retta via” per ridare dignità all’economia italiana. Il 2019 sarà l’ennesimo “banco di prova”sul fronte politico nazionale.

Giorgio Brignola

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