Secondo i giudici marchigiani, la malattia dello straniero appariva dal 2015 “sotto controllo” attraverso “terapie di semplice mantenimento” che avevano portato a prevenire “possibili complicanze”: per questo, era la tesi del tribunale di sorveglianza, “non si trattava di continuare ad assicurare in Italia un tipo di cure che, avendo diretta correlazione sul piano dell’efficacia con gli interventi sanitari indifferibili e urgenti, potevano precludere l’esecuzione dell’espulsione del cittadino straniero”.
Ma la Cassazione non è stata d’accordo: “In tema di espulsione dello straniero quale misura alternativa alla detenzione le cause ostative alla stessa debbono essere interpretate alla luce della sentenza della Corte Costituzionale n.252/2001, secondo cui il provvedimento di espulsione in questione non può comunque essere eseguito quando emerga, all’esito di un doveroso accertamento svolto in concreto, un danno irreparabile per la salute”.
Questi magistrati stanno tirando la corta. Anzi, l’hanno già spezzata. L’Aids non è curabile, ma con le dovute medicine è potenzialmente possibile tenerla sotto controllo per tutta la vita. Quindi, rischiamo di dovere curare questo personaggio a vita. Con costi che si aggirano su molte decine di migliaia di euro l’anno. E questo senza pensare alle conseguenze per la salute pubblica.
Da quando l’Italia è diventata un lazzaretto? Perché i magistrati possono decidere al posto dei cittadini, visto che, in teoria, viviamo in una democrazia?
E poi, visto che oltre il 10 per cento della popolazione africana è infetta, cos’è questo, un nuovo tipo di permesso di soggiorno?