
Oltre il rumore, il coraggio di restare umani.
Il Silenzio della Dignità
Questa settimana, la rubrica si apre nel silenzio di una nazione ferita.
Tre uomini, in divisa, hanno donato la loro vita mentre compivano il proprio dovere.
Non hanno lasciato parole, ma un esempio.
Nel loro silenzio si è riflessa la parte più nobile dell’essere umano, la dignità che non si proclama, ma si compie.
Da quel silenzio nasce questa pagina.
Non per raccontare la morte, ma per celebrare la vita che resiste nel coraggio, nella memoria, nei gesti che non chiedono testimoni.
È da questo respiro collettivo che si levano le voci dei nostri autori.
Ognuna porta un frammento di luce, un modo diverso di dire:
“Io non mi arrendo con dignità.”
“Chi è povero davvero
non ha urlo per parola,
non striscioni per bandiera…”
La voce di Maria Emilia Mari scende lieve come una preghiera civile.
Ci ricorda che la dignità non ha bisogno di applausi, è fatta di sguardi silenziosi, di passi che non calpestano, di mani che non chiedono.
Nella quiete di una casa, Nisida Bortone lascia che una figlia parli al riflesso di sua madre.
Tra fotografie sbiadite e profumo di cipria, la parola “ricordo” diventa carezza, ritorno, fede domestica.
La dignità è anche questo, restare accanto quando la memoria vacilla, e chiamarsi per nome anche nel buio.
Sotto l’ombra di un ulivo, Joseph Zurlo restituisce il volto di un’Italia interiore, mani che si stringono, parole buone, serenità che nasce dal poco.
È la dignità del lavoro, della gentilezza, del sorriso che non si arrende alla stanchezza.
Nel vento che attraversa la notte, Francesca Ulisse ci conduce tra tre fuochi:
un padre che piange il figlio, una donna che lascia rosse le sue scarpe, un popolo che cammina tra le macerie.
Ogni fuoco ha la stessa voce — quella che sussurra “resisti”.
Perché anche nel dolore più profondo, la dignità continua a respirare.
E poi, all’alba, la parola torna limpida, ferma, necessaria.
È la voce di Mariangela Potì, che scrive:
“La dignità è l’ultima arte che ci resta,
l’unica via per salvare la nostra anima.”
È in questa luce che li ritroviamo — i tre uomini, e tutti coloro che nel silenzio hanno scelto di servire la vita fino in fondo.
Non li celebriamo con il rumore, ma con il rispetto.
Con la parola che li rappresenta e li trascende: Dignità.
✍️ Marilù Murra

Le voci della settimana
In allegato i testi integrali degli autori di versi e racconti della settimana:
Maria Emilia Mari – Poveri oggi
Nisida Bortone – Insieme
Joseph Zurlo – Alleria
Francesca Ulisse – Trilogia della dignità
Mariangela Potì – L’ultima arte
Epilogo
È nei gesti umili, negli sguardi silenziosi, nelle mani che si rialzano a pulire la polvere di un giorno difficile, che vive — in silenzio — la dignità.
E in ogni nome che non vogliamo dimenticare, in ogni uniforme che racconta servizio e dedizione, la parola dignità torna a brillare come una voce che non si spegne.
Io “Dignità “…“Sono ancora degna di essere umana.”
Eppure, pur senza alcun intento di riferimento diretto, l’attualità sembra aver trovato eco nelle parole dei nostri autori.
Come se la poesia, ancora una volta, avesse saputo intuire prima ciò che il cuore collettivo avrebbe sentito dopo.
Ciascuno, con la propria voce, racconta la stessa verità, che la dignità resiste anche nel dolore, nella memoria, nella tenerezza dei gesti quotidiani.
Le loro parole non nascono da ciò che è accaduto, ma finiscono per parlarne con una profondità che supera il tempo.
Parola guida della prossima settimana: Voce
In occasione della Giornata mondiale dell’informazione sullo sviluppo (24 ottobre), perché la dignità, quando trova coraggio, diventa parola. E ogni parola autentica è una piccola rivoluzione che illumina il mondo.
Rubrica a cura di Marilù Murra per Il Corriere di Puglia e Lucania in collaborazione con ANIM – Associazione Nazionale Italiana nel Mondo
Prossima uscita
venerdì 24 ottobre 2025.
Inviare poesie, racconti brevi, prose poetiche, aforismi e riflessioni ispirati alla parola guida ‘Voce’
entro mercoledì 22 ottobre 2025 a: m.murra@coorierepl.it (oggetto: Rubrica – Voce).





