Principale Estero La metropolitana di Teheran incontra la Vergine Maria

La metropolitana di Teheran incontra la Vergine Maria

Chi l’avrebbe detto? Nel cuore di Teheran, tra traffico e affollati vagoni della metropolitana, ora c’è una fermata dedicata alla Vergine Maria. La stazione “Maryam Moghaddas” (Santa Maria), sulla linea 6, si trova nel Maryam Park, proprio di fronte alla Chiesa della Santa Vergine. È un progetto che il sindaco Alireza Zakani definisce come «un tributo alla coesistenza delle religioni divine». Infatti, la stazione unisce architettura cristiana e motivi geometrici persiani, creando uno spazio sotterraneo unico, pensato per diventare non solo un nodo di trasporto, ma anche un simbolo di dialogo culturale e religioso.

La metropolitana di Teheran incontra la Vergine Maria

Il soffitto della stazione riproduce la cupola della chiesa, con nicchie illuminate e strutture in acciaio inossidabile, mentre l’ingresso è decorato con iscrizioni in armeno e persiano con la frase “Nel nome di Dio”. La struttura, profonda 25 metri e servita da tre scale mobili, si estende su una superficie di circa 11.000 metri quadrati. Secondo il portavoce comunale Abdolmotahar Mohammadkhani, i lavori, iniziati nel 2015, hanno comportato oltre 102.000 metri cubi di scavi, 3.600 tonnellate di armature e 27.000 metri cubi di calcestruzzo, a testimonianza dell’impegno ingegneristico richiesto per un progetto di questa portata. In un post su X, Zakani ha accompagnato le immagini della stazione con parole che richiamano luce, archi e silenzio sotterraneo, sottolineando come l’opera combini la delicatezza dell’architettura ecclesiastica con la geometria rilassante dell’Iran. «Questa stazione è un ricordo della divina signora che, con purezza e suscitando un grande profeta, ha risvegliato il mondo», ha scritto il sindaco, evidenziando la dimensione spirituale del progetto. L’intitolazione alla Vergine Maria ha un significato particolare in un Paese a maggioranza musulmana: la figura di Maria è venerata sia nell’Islam sia nel Cristianesimo, e la scelta riflette un gesto simbolico verso la comunità armena cristiana, la minoranza cristiana più numerosa e una delle più antiche dell’Iran, con radici storiche di oltre 400 anni. Oggi si stima che a Teheran vivano circa 75.000 armeni cristiani, nonostante l’emigrazione degli ultimi anni legata alla crisi economica. La stazione è stata subito paragonata alla celebre Vakil-ol-Roaya di Shiraz, rinomata per la sua eleganza architettonica, sebbene permangano alcune limitazioni logistiche, come lo spazio ridotto per biciclette. La nuova infrastruttura rientra nell’ambizioso piano di espansione della metropolitana di Teheran, che serve milioni di passeggeri e mira a ridurre il traffico in una delle città più congestionate al mondo. Nonostante il valore simbolico, l’inaugurazione ha suscitato dibattiti sui social media. Da un lato, ammirazione per l’architettura e il rispetto verso la minoranza armena; dall’altro, critiche verso Zakani, già noto per posizioni intransigenti, che alcuni utenti percepiscono come incoerenti rispetto alla sua scelta di promuovere la coesistenza religiosa.

Un messaggio di dialogo culturale e religioso

La stazione Maryam Moghaddas rappresenta molto più di un nodo di trasporto. È un messaggio politico e culturale: una dichiarazione visibile della volontà di Teheran di promuovere tolleranza e riconoscimento delle minoranze, pur nel contesto di un Paese dove le tensioni religiose e sociali rimangono vive. L’architettura stessa riflette questo equilibrio: linee pulite e geometria persiana dialogano con la spiritualità e la sacralità della tradizione cristiana, creando uno spazio che invita alla riflessione anche per chi scende solo per prendere la metropolitana. Secondo gli esperti di urbanistica, progetti come questo potrebbero rappresentare un modello per altre città mediorientali, dove infrastruttura, arte e memoria religiosa si intrecciano per rafforzare l’identità culturale senza rinunciare alla modernità. Con l’apertura di Maryam Moghaddas, Teheran non solo amplia la sua rete metropolitana, ma invia anche un segnale simbolico al mondo: in una città spesso percepita come divisa da religione e politica, c’è spazio per l’architettura, la storia e chissà, anche per la convivenza pacifica.

Foto social X

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