
Un’iniziativa dal cuore salentino accende i riflettori sulla sfida educativa più urgente del nostro tempo
TREPUZZI: Viviamo in un’epoca attraversata da fragilità profonde. I giovani, sempre più spesso soli, fragili e disorientati, si trovano immersi in un contesto sociale e digitale che troppo frequentemente genera o amplifica forme di disagio. È in questo scenario che la parola “educazione” torna a imporsi come priorità, necessità e responsabilità collettiva.In risposta a questa emergenza educativa, l’Associazione Mani Solidali, in collaborazione con CSV Brindisi Lecce ETS, ha promosso la settima edizione di “Scuola Genitori”, un evento che ha saputo coniugare informazione, formazione e testimonianza, portando in dialogo genitori, insegnanti, esperti e studenti attorno a un obiettivo comune: costruire una comunità educante capace di contrastare il bullismo e il cyberbullismo.
Una scuola aperta, una famiglia presente, una comunità unita
Il convegno, svoltosi a Trepuzzi, ha visto la partecipazione di figure professionali di alto livello e realtà del territorio impegnate da anni nella promozione della cultura del rispetto, della legalità e della cittadinanza attiva.A fare gli onori di casa, Cosimo Valzano, rappresentante dell’Associazione Mani Solidali, ha ricordato che educare oggi significa prendersi cura, creare alleanze tra tutti gli attori coinvolti nel processo di crescita dei ragazzi. “Scuola Genitori – ha detto – non è un evento isolato, ma un progetto continuo che nasce dall’ascolto profondo delle famiglie e delle scuole”.
Dare un nome al disagio per poterlo affrontare

Uno degli interventi più significativi è stato quello della dottoressa Anna Sava, pedagogista e specialista in psicopatologia dell’apprendimento. La sua analisi ha messo a fuoco non solo il dolore delle vittime, ma anche quello, spesso invisibile, degli aggressori. “Dietro il bullo si nasconde spesso un bambino inascoltato”, ha spiegato, sottolineando l’urgenza di riconoscere i segnali precoci del disagio: chiusura, rabbia, calo nel rendimento.La dottoressa Sava ha poi lanciato un messaggio chiaro: la prevenzione inizia dalla relazione. E solo un’alleanza autentica tra scuola e famiglia può arginare fenomeni di isolamento e devianza. Una responsabilità condivisa che chiama ciascuno – genitori, insegnanti, educatori – a un nuovo protagonismo educativo.
La scuola come avamposto educativo: oltre la punizione, la riparazione
Testimone diretta di questa battaglia quotidiana è stata Mariagrazia Morelli, docente dell’Istituto “Costa” di Lecce, che ha portato la voce di una scuola che, pur tra mille difficoltà, non si arrende. I protocolli, le segnalazioni, i progetti educativi non bastano – ha ricordato – se non sono accompagnati da una formazione continua e da relazioni forti con le famiglie e il territorio.“Non possiamo limitarci a punire – ha detto con fermezza –. Dobbiamo aiutare i ragazzi a capire, rielaborare, cambiare. Serve giustizia riparativa, ascolto, fiducia. Siamo in trincea, ma spesso da soli”.
Volontariato e terzo settore: quando il sociale diventa educazione
A sottolineare il ruolo del volontariato nella costruzione di comunità più inclusive è

stato Luigi Conte, presidente del CSV Brindisi Lecce ETS. Il suo intervento ha evidenziato come il terzo settore possa rappresentare un ponte tra istituzioni, scuola e famiglie, attivando percorsi di cittadinanza attiva e responsabilità condivisa.“Iniziative come Scuola Genitori – ha detto – non sono solo eventi formativi. Sono modelli di corresponsabilità sociale, fondamentali per contrastare l’isolamento educativo e promuovere una cultura del rispetto”.
Giovani che cambiano le cose: l’esempio del Movimento MaBasta

Momento di forte impatto emotivo è stato il racconto del Movimento MaBasta (Movimento Anti Bullismo Animato da Studenti Adolescenti). Un progetto nato tra i banchi di scuola, da un gruppo di studenti salentini che hanno deciso di non voltarsi dall’altra parte di fronte al bullismo.Attraverso il linguaggio diretto e autentico della per education, MaBasta dimostra che i ragazzi non sono solo vittime o spettatori, ma possono diventare protagonisti del cambiamento. Laboratori, campagne social, incontri pubblici: ogni attività del movimento è testimonianza di quanto la voce dei giovani possa essere potente se ascoltata e valorizzata.
Udicon Puglia: educazione digitale e tutela dei minori online
Un altro partner strategico dell’iniziativa è stato Udicon Puglia, da anni impegnata nella difesa dei diritti dei consumatori e nella protezione dei minori in ambito digitale. Il loro contributo si è concentrato su come educare le famiglie e i ragazzi a un uso responsabile della rete, contrastando truffe, hate speech e cyberbullismo con strumenti informativi e formativi.
Il messaggio: nessuno è escluso dall’educazione
Alla fine della giornata, il messaggio condiviso è stato tanto semplice quanto rivoluzionario: educare non è solo compito della scuola. Non basta delegare. Serve una rete educativa forte e continua, fatta di adulti presenti, ragazzi coinvolti, istituzioni attive e associazioni vicine.Ogni bambino ha diritto a sentirsi ascoltato, rispettato, protetto. Ogni adolescente deve sapere che non è solo. E ogni genitore, insegnante o educatore deve essere consapevole di avere nelle mani una parte di futuro.Come ha ricordato uno dei giovani del movimento MaBasta:
“Tutti possiamo fare qualcosa. Nessuno deve restare in silenzio.”
✅ Per approfondire
CSV Brindisi Lecce ETS – Educazione e Volontariato
Movimento MaBasta – Il sito ufficiale
Udicon Puglia – Educazione digitale e tutela dei minori





