
Palagiano (Taranto) – Un gravissimo pericolo di devastazione della nostra pineta costiera, conseguente all’incendio scoppiato nella notte dell’11 ottobre, è stato, per fortuna, sventato grazie al pronto intervento dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile di Palagiano.
Li vogliamo, per questo, pubblicamente ringraziare: grazie al tempestivo intervento, l’incendio ha solo lambito la Riserva Naturale Biogenetica: un patrimonio – è bene ricordarlo – di inestimabile valore e, per questo, sottoposto ad ogni vincolo di tutela regionale, nazionale ed europeo.
Non possiamo, però, tacere la rabbia e l’indignazione per quanto accaduto (e per quello che sarebbe, ancor più, potuto accadere) e chiedere con forza l’accertamento di tutte le responsabilità!
L’incendio, infatti, si è generato dall’interno del villaggio abusivo “Pino di Lenne” che, anch’esso, occupa un’area con ogni sorta di vincolo ambientale e che – ricordiamolo! – dal 3 ottobre 2023 è stato per la stragrande parte acquisito al patrimonio indisponibile del Comune di Palagiano, con la relativa immissione in possesso, che ne ha la formale responsabilità. Il Comune avrebbe dovuto procedere alla demolizione delle opere abusive ed al ripristino dello stato dei luoghi, dando così, finalmente, esecuzione alle Sentenze della Magistratura e alle sue stesse Ordinanze di demolizione. Ma a distanza di 2 anni nulla è accaduto, mentre le nostre ripetute sollecitazioni sono rimaste lettera morta.
Avevamo segnalato i rischi che potevano derivare con la facilità di accesso all’area, con soggetti che addirittura ancora occupavano (e occupano) abusivamente alcune di quelle strutture abusive, come peraltro verificato nel corso del sopralluogo effettuato il giorno 19.06.2025 a seguito dell’iniziativa indetta dallo stesso Comune, con la partecipazione di assessori, consiglieri comunali, Ufficio tecnico e Polizia Locale, finalizzato alla partecipazione a Bandi regionali. In quell’occasione si poté, tra l’altro, rilevare la presenza di numerose bombole di gas (vuote?) e di diverse auto abbandonate, una delle quali è andata al fuoco durante l’incendio dell’altra notte.
Ora, certamente saranno i Carabinieri (intervenuti sul posto) e la Magistratura ad accertare le responsabilità, ma è di tutta evidenza che se a tutto ciò si fosse posto fine, probabilmente non si sarebbe corso questo grave rischio.
Bisogna, peraltro, ricordare che già nel luglio 2020 c’era stato un altro incendio nel villaggio abusivo che, come aveva comunicato il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, aveva coinvolto “un’autovettura, un bungalow in vetro resina e circa 700 mq di sottobosco e rifiuti di vario genere … una discarica a cielo aperto, con numerosi autoveicoli, alcuni mezzi pesanti, numerosi bungalow in vetro resina … ed altro ancora”, avvertendo che “ si ritiene necessario provvedere con estrema urgenza a bonificare detta area dai rifiuti per evitare un danno ecologico che potrebbe interessare anche la vicina riserva statale”.
Nel mentre ribadiamo la richiesta di accertamento di tutte le responsabilità, torniamo a chiedere all’Amministrazione comunale di effettuare con procedimento di estrema urgenza alla demolizione e ripristino dello stato dei luoghi, individuando le risorse necessarie (con successivo addebito ai trasgressori), ricordando che, come estrema ratio, può essere invocato l’intervento del Genio militare.
Dopo 45 anni deve essere posta la parola fine a questo insulto al nostro ambiente e ripristinata la Legalità.





