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Il Premio Nobel per la Pace 2025 va a María Corina Machado Parisca

L'attivista venezuelana che lotta da decenni per i diritti umani e per i diritti civili e politici in Venezuela

colomba che si posa su foglie di colore arancio
Il simbolo della pace: la colomba

Premiata la transizione giusta e pacifica dalla dittatura alla democrazia

Le ambizioni di Trump sono state infrante

Trump ha dichiarato più volte che quest’anno avrebbe voluto il Premio per la Pace, ma l’ultima riunione del Comitato decisionale del Premio si è svolta pochi giorni prima dell’accordo tra Israele e Hamas. Il sogno di Trump non si è potuto avverare.

A María Corina Machado l’inaspettata vittoria del 2025

Il Nobel per la Pace è dunque stato vinto da María Corina Machado, attivista venezuelana che lotta da decenni per i diritti umani e per i diritti civili e politici in Venezuela. Si dichiara incredula siccome il riconoscimento è stato inaspettato. La vittoria è di gran rilievo per l’opposizione, dopo le centinaia di prigionieri politici e i tanti desaparecidos.

Chi è María Corina Machado

María Corina Machado Parisca ha 58 anni. Nacque a Caracas, in Venezuela, nel 1967. Laureata in ingegneria industriale con master in finanza. Era stata deputata dell’Assemblea nazionale del Venezuela dal 2011 al 2014. Viene chiamata la dama de hierro del Venezuela, la signora di ferro, in lotta da anni contro il Governo di Chàvez prima e contro il regime di Maduro poi. Durante una manifestazione un gruppo armato la sequestrò, ricomparve dopo alcune ore. Vive in clandestinità in Venezuela da quando ha rifiutato l’esilio, più volte voluto dal Governo di Maduro. 

Dichiarazioni dall’istituto del Nobel per la Pace

Oslo, Norvegia. L’Istituto del Nobel alla cerimonia ha comunicato “Il premio va a una coraggiosa e impegnata paladina della pace. Una donna che mantiene accesa la fiamma della democrazia in mezzo a un’oscurità crescente (…). Riceverà il premio per la pace per il suo instancabile lavoro nel promuovere i diritti democratici del popolo venezuelano e per la sua lotta per raggiungere una transizione giusta e pacifica dalla dittatura alla democrazia». 

Ideologia di Machado

Machado ha promosso una campagna per il “capitalismo popolare”. Sostiene la privatizzazione degli enti statali in Venezuela, inclusa la compagnia petrolifera PDVSA. Si dice d’accordo con le sanzioni internazionali avviate durante la crisi venezuelana e con gli interventi stranieri, poiché riteneva e ritiene che Maduro non possa cadere democraticamente. È a favore del matrimonio tra persone dello stesso sesso, appoggia la legalizzazione della cannabis medica e vuole un dibattito nazionale sulla legalità dell’aborto.

Machado liberale e centrista

Machado è apertamente anticomunista, viene vista dagli avversari come una politica di destra. Lei invece si definisce liberale e centrista, ritiene di essere l’unica politica non socialista del Paese. Ha dichiarato “Per i marxisti se non sei di sinistra sei di estrema destra”. In uno Stato colpito da una profonda povertà, afferma che “essere ricchi è bene”. Criticò Chàvez nel suo ruolo di presidente dei poveri.

Le fondazioni di Machado

Machado ha fondato il movimento politico Vente Venezuela, ha coo-fondato l’associazione civile Sùmate ed ha creato la Fundación Atenea, una fondazione che, tramite donazioni private, cura bambini orfani e delinquenti di strada di Caracas. È membro della piattaforma cittadina “Io sono il Venezuela”. È stata anche presidente della Fondazione Opportunitas, che aveva lasciato per non politicizzarla, per via del suo ruolo successivo in Súmate.

La revoca richiesta per Chàvez ed il processo a Machado

Nel 2004 Súmate aveva guidato una petizione per il referendum venezuelano che chiedeva la revoca di Chàvez. Chávez reagì accusando i leader di Súmate di essere cospiratori, golpisti e alle dipendenze del governo degli Stati Uniti. Dopo il referendum, i membri di Súmate vennero realmente accusati di tradimento e cospirazione, ai sensi dell’articolo 132 del codice penale venezuelano, a causa di presunti sostegni finanziari per le loro attività. Machado denunciava già allora l’erosione della democrazia. Nel 2006 il processo era stato sospeso a causa di violazioni del giusto processo da parte del giudice, era così stato rinviato svariate volte.

Machado e le baraccopoli venezuelane

È famosa la campagna di Machado nelle baraccopoli, luoghi la cui cittadinanza votava Chávez, “il presidente dei poveri”. Nelle baraccopoli vi sono aspetti di criminalità diffusa, violenze, interruzioni di corrente, ampia carenza di alloggi e un’inflazione del 30%.

Manifestazioni, lotta non-violenta e disobbedienza civica contro Maduro

Machado dal 2014 ha guidato le manifestazioni La Salida. Insegna ai cittadini la lotta non-violenta e la disobbedienza civica per chiedere le dimissioni del governo di Maduro, per quella che lei definisce una “dittatura militarista”. Alla sessione ordinaria dell’OSA, Machado ha esposto casi di violazione dei diritti umani; ad esempio, durante le manifestazioni del 2014 erano state arrestate più di 1.700 persone, più di 500 erano state ferite, 34 erano state uccise, 59 avevano denunciato le torture. 200 i giornalisti arrestati. Svariate le aggressioni a comunicatori sociali stranieri. 

L’interdizione dai pubblici uffici

Il 13 luglio 2015, María Corina Machado ha ricevuto la lettera ufficiale del Controllore Generale della Repubblica, che la sanziona per un periodo di dodici mesi e la interdisce dai pubblici uffici. Interdetta dai pubblici uffici per 15 anni, nel 2023 si è candidata alle primarie dell’opposizione e le ha vinte col 90%, ma la Magistratura le ha vietato di candidarsi alle elezioni presidenziali. Dalle manifestazioni del 2014, le repressioni durante le manifestazioni non sono cambiate: i cittadini sono scesi copiosamente in piazza per via delle elezioni truccate: almeno 28 morti, 200 feriti e 2.400 arresti per “terrorismo”. Nelle carceri ci sono almeno 900 prigionieri politici, di cui circa 80 di nazionalità straniera, spesso utilizzati per scambi o per ricatti politici dal Governo.

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