
I musei di Puglia e Basilicata ci regalano scene erotiche con satiri dalle mitiche erezioni
I satiri sono spesso protagonisti di scene in onore di Dioniso, con pene eretto, in balli e girotondi da clima festoso e trasgressivo. Una di queste rappresentazioni, detta in greco Komos, è su una coppa da vino esposto nel museo della Siritide di Policoro e confinata in una stanza che, in analogia con il Museo di Napoli, viene indicata come Gabinetto Segreto .
Erotismo e Satiri anche su un cratere esposto nella sezione archeologica di Palazzo Pomarici Santomasi a Gravina, una scena selvaggia e sensuale che coinvolge due fanciulle intente a un intimo lavacro e insidiate da tre satiri che con membri inturgiditi sbucano da dietro le rocce come danzatori che si librano su zoccoli caprini. Satiro aggressivo anche in una olla esposta nel Palazzo ducale di Tricarico, a differenza di quello più elegante nel cratere della Collezione Rizzon esposta a Matera nel Museo Ridola.

Il satiro è raffigurato con la testa di profilo, in direzione contraria al movimento, ed il torso di tre quarti verso destra, con la gamba sinistra flessa resa di profilo e la destra arretrata, di prospetto. Ai piedi calza stivaletti. Regge con la mano sinistra un kottabos e tiene con la destra una situla decorata da punti e linee a vernice nera. I capelli corti sono cinti da una tenia. La menade è rappresentata con la testa china e di profilo, il busto di tre quarti verso sinistra, la gamba destra avanzata e la sinistra arretrata. Indossa un chitone cintato con la spallina destra slacciata che, ricadendo, lascia scoperto un seno. Regge un timpano con la mano sinistra ed ha la destra sollevata. E’ornata agli avambracci con armille doppie.











