Principale Arte, Cultura & Società Due baresi a Wine & Stories of Berat

Due baresi a Wine & Stories of Berat

di Giulia Reina

 Dal 3 al 5 ottobre 2025 si è svolta a Berat in Albania la manifestazione “Wine & Stories of Berat 2025”, importante rassegna di vini, cibo, musica e cultura albanese nella città patrimonio dell’UNESCO

Tre giorni di degustazioni, grandi concerti con decine di migliaia di spettatori e tour guidati in giro per le  migliori aziende agricole della zona alla scoperta di sapori dimenticati.

Quest’anno sono stati invitati due baresi, a dimostrazione della stima che gli albanesi ripongono bei cugini adriatici: il sommelier Domenico Pesole, che ha presieduto la giuria del premio ai vini migliori in concorso (hanno partecipato 40 cantine beratesi) e il giornalista e scrittore Enzo Varricchio, già editorialista di Il Corriere Nazionale, che ha curato l’introduzione alla storia del vino in Albania.

Come ha ricordato Varricchio, la storia del vino in Albania affonda le radici in epoche remote. Le prime tracce di viticoltura risalgono a oltre 3.000 anni fa, quando le popolazioni illiriche coltivavano la vite selvatica lungo le coste adriatiche e ioniche. Non era solo bevanda, ma parte dei riti religiosi e delle cerimonie sociali.

Con i Greci, che fondarono colonie sulle coste dell’Epiro e dell’Adriatico, la viticoltura conobbe una vera evoluzione: introdussero nuove tecniche di vinificazione e trasformarono il vino in prodotto di scambio. In seguito i Romani consolidarono questa tradizione, diffondendo vigneti nell’entroterra e collegando l’Albania al grande mercato del Mediterraneo.

Durante il Medioevo, i monasteri continuarono a produrre vino, custodendo la conoscenza enologica. Tuttavia, nel periodo ottomano (dal XV al XIX secolo), la produzione subì un forte declino: l’Islam limitava l’uso del vino, e la vite venne coltivata più per uva da tavola o rakia che per vinificazione.

Il vero rilancio avvenne nel XX secolo: nonostante le difficoltà del regime comunista, alcune aree vitivinicole si svilupparono, come Berat, Shkodra, Lezha e Korça. Dopo gli anni ’90, con l’apertura del Paese, la viticoltura albanese ha riscoperto le sue radici, puntando sia sui vitigni internazionali sia soprattutto sugli autoctoni.

Oggi l’Albania vanta un patrimonio di vitigni unici, tra cui il Shesh i Bardhë e il Shesh i Zi (zona di Tirana e Durrës), il Kallmet (nella regione di Lezha e Shkodra), il Vlosh (nell’area di Vlora) e l’Serina. Sono vini che raccontano la ricchezza di un territorio ancora poco conosciuto, ma di straordinaria autenticità.

Il vino in Albania non è soltanto una bevanda: è memoria storica, identità culturale e simbolo di rinascita di una nazione che oggi guarda al futuro senza dimenticare le sue radici antichissime.

Un futuro che porterà sempre dentro un pezzo di Italia e di Puglia.

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