
foto di Adriano Cirillo
Un ‘curioso’ concerto a tema si potrà seguire oggi martedi 7 (h 20,30- teatro Abeliano di Bari) per ascoltare il baritono Domenico-Mimmo Colaianni e il pianista Piero Cassano, in un programma per davvero inconsueto. Un concerto tutto ripiegato sulle arie operistiche che hanno come protagonista la voce baritonale che attraversa in lungo e in largo ben tre secoli di storia dell’opera in musica: dal Don Giovanni di Mozart (1787) sino al Cappello di paglia di Firenze di Nino Rota (1946) passando da altri famosi compositori come Cimarosa, Piccinni, Paisiello, Rossini, Donizetti, De Giosa.
Una lunga stagione ha dunque contraddistinto la voce di baritono che, come si dimostra in questo concerto, impiega una voce ideale per movimenti veloci ma anche complessi (come lo sono i trilli o i gorgheggi): essa ha una estensione notevole che perciò stesso permette di eseguire le agilità d’un repertorio comico ad uso di personaggi ingenui, sciocchi, financo ridicoli. Tale tipologia baritonale si è imposta nelle opere buffe italiane a partire da Rossini, nel cui repertorio di opere comiche questa voce non manca mai, laddove appunto si richiede comicità interpretativa e agilità vocale. Per il pesarese pensiamo subito al Don Magnifico nella Cenerentola, al Figaro e al don Bartolo de Il Barbiere di Siviglia; oppure al Don Pasquale del bergamasco Gaetano Donizetti, passando ovviamente dal mozartiano Figaro de Le Nozze di Figaro o al Papageno del Flauto Magico.
Molti compositori d’ogni età (come è dimostrato proprio in questo concerto) hanno affidato al baritono parti importanti se non proprio principali: il don Magnifico della Cenerentola rossiniana con Sia qualunque delle figlie; Don Checco del barese Nicola De Giosa in Ah! Ca le diente abballano; Socrate immaginario di Paisiello in Taggie ditte statte bone; L’elisir d’amore di Donizetti con Udite o rustici, su su fino al personaggio e alla voce baritonale di Fadinard ne Il cappello di Firenze di Rota che canta E’ una cosa incredibile.





