
Si sono concluse le elezioni regionali in tre delle sette regioni previste in autunno.
Non c’è stato modo di fare un election day comune, che certamente avrebbe dato un maggiore risalto mediatico agli eventi.
In Calabria e Marche si è riconfermato il centrodestra. In Val d’Aosta – di cui si parla poco – si è riconfermata l’Union valdotaine, che probabilmente riconfermerà la propria alleanza con il centro sinistra
In Campania la nuova candidatura di Fico, per quanto apprezzata, non ha la stessa forza di De Luca. I sondaggi danno i due schieramenti alla pari.
Non ci dovrebbero essere sorprese invece nella altre regioni: in Puglia la candidatura di De Caro sembra vincente. Lo stesso vale per quella di Giani in Toscana. Il Veneto non ha ancora deciso le date ma quasi sicuramente confermerà il centrodestra, anche in assenza di Zaia.
In Puglia il centro sinistra risente sempre di più delle posizioni estreme degli ambientalisti: il problema dell’Ilva non è stato risolto perché hanno affossato tutte le proposte presentate. E questo dopo aver tentato cinque anni fa di bloccare il Tap, il gasdotto senza il quale chissà come avremmo fatto quando è venuto meno il gas russo.
In Campania rimane il problema dei rifiuti, che in gran parte vengono trasferiti all’estero, con costi non indifferenti per la comunità. Inoltre la situazione della sanità è deplorevole. E la presenza della camorra è forte come ha dimostrato quanto fatto a Caivano.
La Toscana rimane una roccaforte di sinistra anche grazie all’uso dei soldi dei contribuenti per finanziare iniziative di parte. Per anni si è attinto ai guadagni della banca Montepaschi, sino a portarla al rischio di fallimento. Venne salvata dallo stato con un intervento di cinque miliardi.
Il Veneto è soggetto alle intemperie oltre che alle maree. Anche il Veneto ha usufruito negli anni di ingenti finanziamenti. Per esempio per la realizzazione del Mose. Ma anche per la realizzazione di bacini per incanalare le acque in eccesso. E non dimentichiamo la tempesta che alcuni anni fa sradicò centinaia di migliaia di alberi. Soldi comunque ben spesi. È riuscito inoltre ad evitare le trivelle di fronte alle sue coste, anche se ricche di gas, per fragilità del territorio. E anche questo non sappiamo quanto ci è costato.
La bassa affluenza in Calabria è stata giustificata con la presenza di una forte emigrazione non stabile e che a quanto sembra rimane registrata nei comuni come residente. La vittoria del centro destra è probabilmente dovuta alla speranza che gli ingenti lavori pubblici previsti portino posti di lavoro.
Sul piano politico nazionale sembra che il campo largo funzioni, anche se con frequenti defezioni di Azione, il partito di Calenda, che ormai si considera di centro. Il.campo largo però manca di un progetto politico comune. I partiti non riescono a sedersi intorno a un tavolo per stilare degli obiettivi concreti comuni. Rimangono accomunati da generiche battaglie per i diritti che fanno presa sul.loro elettorato ma non servono ad espandere il bacino elettorale. Come ha confermato la battaglia politica e umanitaria per Gaza, che ha portato in piazza molte persone ma non è servita a vincere le elezioni.
Attilio Runello





