
Con la diffusione di AI in grado di scrivere codice e di piattaforme no-code e low-code, il ruolo tradizionale del programmatore sta cambiando rapidamente. Oggi è possibile realizzare siti, app e automazioni complesse con semplici istruzioni in linguaggio naturale, grazie al prompting e al natural language coding.
Tuttavia, ciò non significa che la programmazione sia diventata superflua: capire le basi del coding rimane fondamentale per progettare sistemi efficienti, sicuri e scalabili. Conoscere logica, strutture dati e flussi di controllo è ciò che permette di usare l’AI con consapevolezza.
In realtà, l’automazione non elimina la necessità di competenze tecniche: le trasforma. Chi sa coniugare pensiero algoritmico, creatività e problem solving sarà il vero protagonista dell’era post-coding.
Il coding evolve, non scompare.
Riflessione
Saper programmare non è solo scrivere codice, ma anche pensare in modo computazionale. Significa strutturare problemi, trovare soluzioni modulari, ottimizzare processi. L’AI può suggerire, ma serve qualcuno che capisca cosa chiedere, come validare, e dove intervenire.
Test – Quanto ne sai del coding post-AI?
❓ Cosa significa “prompt engineering”?
❓ Quale vantaggio offrono le piattaforme no-code?
❓ Qual è oggi la funzione principale del programmatore umano?
Chiave della soluzione: Nota casa automobilistica svedese
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Credi che in futuro non serva più programmare?
Ti affidi già a strumenti no-code o ad AI generative per sviluppare?
Quali competenze credi resteranno indispensabili nel mondo digitale?





