
La Flottilla per Gaza: un grido di umanità nel cuore del Mediterraneo
Non è stata solo una missione. Non erano solo barche in mare. La Flottilla per Gaza è diventata in pochi giorni un simbolo, un gesto che ha rotto il silenzio. Ottobre 2025: decine di imbarcazioni partite da tutta Europa, con a bordo attivisti, medici, cittadini comuni. Uomini e donne che hanno scelto di rischiare pur di portare aiuti essenziali in una terra che da anni vive sotto assedio.
Tra di loro c’erano anche quattro parlamentari italiani. Hanno lasciato il Parlamento per salire su una barca. Arturo Scotto, Marco Croatti, Annalisa Corrado e Benedetta Scuderi: nomi che improvvisamente si sono ritrovati al centro di una vicenda internazionale.
L’abbordaggio

Le acque del Mediterraneo, quella notte, non erano solo mare. Erano confine, tensione, paura.
La marina israeliana li ha intercettati in acque internazionali. Prima gli avvisi via radio: alt, fermatevi. Poi le minacce di uso della forza. E infine l’abbordaggio.
Le barche erano civili, senza armi. Eppure più di 400 persone sono state arrestate. Ore di detenzione, incertezza, paura. E anche momenti di solidarietà, raccontano i parlamentari: “Non eravamo soli. Eravamo parte di qualcosa di più grande”.
Alla fine il rilascio, il rimpatrio. In Italia li attendevano sostenitori e colleghi politici, un abbraccio collettivo che diceva più delle parole.
Israele, i diritti e le accuse
Il governo israeliano ha giustificato l’operazione: sicurezza nazionale, hanno detto. Gli aiuti? Avrebbero potuto passare da Ashdod, ma sotto totale controllo israeliano. Una proposta respinta, perché il blocco navale non è una misura di sicurezza: è un cappio che stringe Gaza da anni.
Le Nazioni Unite parlano chiaro: violazione del diritto internazionale. Israele, come potenza occupante, dovrebbe garantire il passaggio degli aiuti. Non bloccarli.
Politica italiana divisa
La vicenda ha spaccato anche la politica italiana. L’opposizione ha preso posizione immediata. “Un atto di coraggio”, ha detto Elly Schlein, accogliendo i parlamentari a Fiumicino insieme ad Angelo Bonelli.
Il governo, invece, è apparso distante, troppo cauto. C’è chi parla di complicità, di silenzi pesanti. È nato un dibattito: sicurezza o diritti? Equilibri diplomatici o vite umane?
Reazioni dal mondo
Altrove le parole sono state più dure. Il presidente colombiano Gustavo Petro ha espulso i diplomatici israeliani, definendo l’abbordaggio un crimine. Sudafrica, Venezuela, Malesia: condanne nette.
E nelle piazze, migliaia di persone in marcia per Gaza. Non solo a Londra o Berlino, ma anche a Roma, Madrid, Parigi.
Una scintilla che resta
Forse la flottilla non ha raggiunto la sua meta. Ma ha acceso una scintilla. Ha rimesso al centro la voce dei civili palestinesi, la loro sofferenza troppo spesso cancellata.
Non è solo politica. Non è solo diplomazia. È la storia di uomini e donne che hanno deciso di non girarsi dall’altra parte.
E questa, nel buio di una guerra che sembra infinita, è già una vittoria.
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