
L’Unione Europea ha deciso di destinare un miliardo di euro – sì, avete letto bene: un miliardo – per sostenere la viticoltura in Sudafrica. Una scelta che lascia interdetti, indignati, e che merita una ferma condanna da parte di tutti coloro che credono nel buon senso, nella tutela del lavoro europeo e nella responsabilità verso i cittadini contribuenti.
Un finanziamento incomprensibile e autolesionista:
Partiamo dal fatto più macroscopico: il Sudafrica è un concorrente diretto del vino europeo sui mercati internazionali. Finanziarlo equivale a foraggiare un competitor che già oggi toglie quote di mercato ai produttori italiani, francesi e spagnoli. Non si tratta di cooperazione, ma di suicidio economico assistito, pagato con soldi pubblici.
Mentre i nostri viticoltori lottano quotidianamente con rincari, burocrazia, eventi climatici estremi e un mercato globale sempre più spietato, Bruxelles stacca un assegno miliardario a un Paese che:
gioca una concorrenza spietata nel settore vinicolo,
difende a spada tratta le proprie etichette e ostacola l’ingresso di vini esteri nel proprio mercato interno.
Dove sarebbe, di grazia, la reciprocità?
Nessuna ragione geopolitica, nessuna giustificazione umanitaria:
Non si provi a giustificare questo provvedimento con presunti motivi umanitari o strategici. Il Sudafrica non è un Paese povero: ha una classe media consolidata, un’economia diversificata e un sistema agricolo evoluto. Soprattutto, non è un paese d’origine della migrazione irregolare verso l’Europa. Non ha nulla a che vedere con i flussi che preoccupano i cittadini europei.
E allora, quale sarebbe il senso di questo investimento? Se la risposta non è chiara, è perché non c’è una risposta che regga al vaglio della logica.
Un insulto ai produttori europei:
C’è poi l’aspetto simbolico – e forse il più doloroso. Questa misura rappresenta un autentico schiaffo ai viticoltori europei, abbandonati spesso a se stessi o sostenuti con briciole rispetto alle necessità reali.
In Italia, Francia e Spagna migliaia di piccoli produttori sono sull’orlo del collasso, mentre la Commissione Europea spalanca le casse per un progetto che non solo non aiuta l’Europa, ma la danneggia direttamente. Il paradosso è completo.
Conclusione: un’Europa fuori rotta.
Se l’Unione Europea vuole davvero riconnettersi con i suoi cittadini, dovrebbe smettere di lanciare segnali di totale disconnessione come questo. Nessuno, tra agricoltori, imprenditori o contribuenti, può comprendere né accettare una decisione del genere.
Un miliardo di euro ai viticoltori sudafricani non è cooperazione: è follia politica. Ed è dovere di ogni cittadino europeo critico, informato e onesto, alzare la voce e chiedere spiegazioni immediate.
Francesco Magisano
foto WineNews





