
In questi giorni di vacanza e di ore che si alternano dolcemente tra bagni a mare , sole e in particolare simpatiche chiacchierate con gli amici su argomenti di vario genere, condividevano con Piero, lo storico bagnino del mio lido, il ricordo delle estati lontane del nostro calcio nazionale. Lo scenario che si poneva dinanzi agli occhi di noi tifosi era una alternanza di immagini, quelle storiche del rincorrersi di direttori sportivi, presidenti, allenatori e tante altre figure presenti nei piani e nei saloni del mitico hotel Gallia di Milano,sede storica del calciomercato estivo.Chi non ricorda le immaggini di presidenti come Massimino o Anconetani uscire dalla scena ed un minuto dopo riapparire con la notizia di un acquisto di un calciatore tanto sognato e tanto diverso da quello sbandierato fino a due minuti prima.
E che dire delle interminabili cene di lavoro tra operatori di mercato e presidenti o dell’aria “sacrale” che si respirava appena ci si avvicinava ai box delle squadre big. Tutto andava e ti trascina va inesorabilmente in un mondo incantato, in attesa della notizia definitiva, quasi come si stesse vedendo un film giallo con la sua bella scena finale!
Oggi a dominare la scena sono i rifiuti di calciatori a spostarsi da una squadra all altra pur in presenza di contratti definiti, di clausole economiche che hanno dell’assurdo rispetto ai tempi di economia incerta che oggi vive gran parte dell emisfero, i mega contratti che spesso rivestono il carattere dell’imbarazzo. E’ vero si dira’ che il calcio si articola ora come un business, dove la fanno da padroni fondi di investimento, proprietari e cordate di cui spesso appare difficile scorgere la vera appartenenza della governante, ma ridateci quei momenti di autenticità,’ che possano rappresentare un punto di ripartenza concreto e ridare autentico entusiasmo .
Sei d’accordo caro Piero….
Paolo Adiletta