
Gli studenti coinvolti nel blocco degli istituti di istruzione superiore di Belgrado, hanno chiesto che vengano indette elezioni generali anticipate entro le 21:00 del 28 giugno – giorno della festa nazionale e religiosa serba di San Vito, storicamente associata alla battaglia del Kosovo del 1389 – altrimenti sono “pronti ad adottare tutte le misure di disobbedienza civile esistenti”. In una lettera aperta al governo serbo, pubblicata sui social, gli studenti chiedono che entro quella data venga inviata al presidente della Repubblica una proposta motivata per sciogliere il Parlamento e indire elezioni generali anticipate, in conformità con la Costituzione. In un Paese in cui la repressione si sta diffondendo e il sostegno internazionale è carente, gli studenti sperano che i cittadini li seguano di nuovo.
Ultimatum studenti serbi: elezioni o disobbedienza civile
Da fine novembre, il movimento di protesta è cresciuto in portata e intensità. È iniziato in seguito a un tragico incidente alla stazione ferroviaria di Novi Sad, dove il crollo di una pensilina in cemento ha causato la morte di 16 persone. L’evento ha acceso un crescente malcontento nei confronti della governance, della trasparenza e della corruzione. A partire da quel momento, i blocchi studenteschi hanno causato la chiusura della maggior parte delle università statali, mentre centinaia di docenti hanno sospeso le lezioni in segno di protesta. Ora, il cerchio si sta restringendo attorno a tutti coloro che hanno sostenuto gli studenti. La repressione si sta diffondendo non solo tra coloro che resistono, ma tra tutti coloro che li hanno sostenuti: dalle aule, agli uffici, ai teatri. E mentre gli studenti prevedono una nuova svolta politica, il governo sta aumentando, appunto, la pressione sulle università. I docenti universitari hanno già perso un ottavo del loro stipendio per quattro mesi perché il governo si rifiuta di pagarli per il periodo in cui non hanno insegnato a causa dei blocchi studenteschi. Gli studenti, tuttavia, credono che l’unico modo per ottenere giustizia sia ridistribuire il potere politico. Sono consapevoli, dicono, della situazione elettorale altamente irregolare, ma credono che un fronte unito di studenti, professori, opposizione, iniziative civili e altre parti della società civile dissidente”ribelle possa scuotere il Partito Progressista Serbo. Nelle recenti elezioni locali a Košjerić e Zaječar sono andati vicini alla vittoria, dove ha vinto l’SNS.