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Tragedia a Castrezzato (BS), un bambino annega in piscina: Assopiscine rinnova l’appello alla prevenzione e alla sicurezza

Il presidente Alessandria: “Serve una legge nazionale, non possiamo più affidarci al caso o alla sola responsabilità dei singoli” 

Assopiscine esprime il più profondo cordoglio per il tragico episodio di annegamento che ha coinvolto il piccolo Michael Consolandi, avvenuto nel parco acquatico a Castrezzato, in provincia di Brescia. Una perdita che addolora profondamente e che richiama, ancora una volta, l’importanza della prevenzione e dell’educazione alla sicurezza acquatica.

Anche in assenza di criticità strutturali, episodi di questo genere evidenziano la necessità di un impegno costante da parte di tutti gli attori del settore: gestori, operatori, famiglie e istituzioni. La promozione di comportamenti consapevoli, la diffusione della cultura del nuoto sin dalla prima infanzia e la presenza di adeguati sistemi di sicurezza e sorveglianza rappresentano elementi fondamentali per ridurre i rischi connessi alla balneazione.

Da tempo Assopiscine sollecita l’introduzione di una legge nazionale sulla sicurezza delle piscine, sul modello di quella francese, in vigore da oltre vent’anni, che ha contribuito in modo significativo alla riduzione degli incidenti. Questa richiesta si inserisce in un percorso più ampio di responsabilizzazione e prevenzione, che l’associazione promuove attraverso campagne informative, formazione degli operatori e dialogo con le autorità competenti.

Assopiscine ribadisce l’importanza di un quadro normativo più chiaro e organico, che possa supportare in modo efficace le attività di prevenzione, formazione e controllo, rendendo le piscine ambienti sempre più sicuri e protetti.

Di fronte a tragedie come quella di Castrezzato, non possiamo limitarci al cordoglio. È il momento di agire – dichiara Ferruccio Alessandria, Presidente di Assopiscine – Assopiscine chiede da anni una legge nazionale che imponga standard minimi di sicurezza per le piscine, come avviene in altri Paesi europei. Non possiamo più affidarci al caso o alla sola responsabilità individuale: serve un quadro normativo che metta al centro la prevenzione, la sorveglianza e l’educazione. La sicurezza in piscina non è un optional, è un dovere collettivo.”

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