
Si fermano, gli attacchi missilistici tra Israele e Iran, anche se la tensione in Medioriente rimane alta, con le forze militari antagoniste sempre in allerta.
Il presidente degli stati uniti Donald Trump osserva con attenzione la tregua imposta e pare che abbia accolto gli accorati appelli da parte dei paesi dell’Unione Europea su un eventuale via risolutiva e di dialogo tra Israele e Iran. Gli attacchi si sono finalmente fermati, non si sa di preciso per quanto possa durare questa tregua, smorzata dallo stato israeliano con la riprese degli attacchi verso la Striscia di Gaza, dove tra i tanti obbiettivi, ci sarebbe quello di eliminare definitivamente anche la più piccola sacca di resistenza palestinese, nei territori occupati dallo stato ebraico.
La tanto decantata soluzione e due stati, con l’Italia tra le prime nazioni a sostenere una soluzione risolutoria e definitiva, pare sia un lontano miraggio. Il leader del Likud e primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu non fa sconti sull’andamento delle operazioni e la macchina militare israeliana si muove come un preciso e diabolico marchingegno.
La tregua è stata proclamata da entrambe le parti come una vittoria. Per il premier israeliano Netanyahu si tratta di una vittoria che sarà ricordata da tutte le generazioni, l’obbiettivo primario delle forze israeliane era quello di distruggere importanti postazioni militari iraniane, i centri di comando e i siti di arricchimento dell’uranio, inquadrati non poche ore fa, anche dall’USAIR FORCE, con i suoi B2 che hanno totalmente distrutto i siti di arricchimento dell’uranio.
Il presidente iraniano Mamhud Pezeskian ha celebrato un’importante vittoria a poche ore dalla tregua, e si dice disposto a sedersi ad un tavolo delle trattative con Israele, ma non intende cambiare rotta sul programma di arricchimento dell’uranio. Da Israele, puntuale la contro risposta del ministro delle difesa Israel Katz “richiameremo immediatamente i nostri bombardieri strategici”, mentre, Benjamin Netanyahu ha risposto a chiare lettere sulla tregua, “rispetteremo la tregua fin quando Teheran la rispetterà”, risposta gelida e precisa, che successivamente sposta le attenzioni dello stato con l’emblema della Stella di Davide nei territori occupati dove la Israel Force Defense, ha ripreso con forte intensità gli attacchi nella Striscia di Gaza.
Con la tregua, scongiurata un eventuale blocco dello Stretto di Hormuz, che avrebbe potuto provocare una pericolosa crisi economica ed energetica.
“Non sono per niente contento sul comportamento da parte di Israele, ne tantomeno, per quanto riguarda l’Iran e la sua ossessione verso l’arricchimento dell’uranio. Da parte nostra non sarà tollerato, credo sia il momento di discutere ad un tavolo delle trattative”. Così il Tycoon Donald Trump attraverso Truth, prima di imbarcarsi sull’Air Force One per il vertice NATO, rilasciando dichiarazioni che fanno presagire dei futuri processi di distensione internazionale, tra USA e Iran in particolare. Cosa ancora più importante sono state le dichiarazioni dello stesso Trump in merito alla situazione politica in Iran.
“Un cambio di regime a Teheran? Sarebbe pericoloso e destabilizzante. Tuttavia la Cina, può continuare a comprare greggio dall’Iran, sarebbe cosa più gradita se comprassero anche da noi il greggio. Ma per quanto riguarda l’Iran, in futuro, lo vedo con un ruolo economico strategico importante e come uno di quei paesi dell’area del golfo, con un importante e consistente patrimonio energetico. Ma per quanto riguarda l’arricchimento dell’uranio, non sarà mai tollerato da parte nostra”.
Parole, quelle del presidente Trump che la dicono lunga, sui dialoghi e i rapporti commerciali con Pechino e sui rapporti con Teheran e Tel Aviv. Potrebbe essere il momento giusto, quello della tregua imposta tra Iran e Israele, per iniziare una fase stabilizzante sia con i paesi dell’area del golfo, vista anche la mediazione del Qatar, in modo tale da trovare una soluzione pacifica anche nella martoriata Palestina. L’intento del gigante USA, si è visto, mancano gli sforzi in Europa e una presa di posizione da parte di Israele, per risolvere definitivamente gli attriti con l’Iran e la questione palestinese, ultimo, grande problema di caratura internazionale e che fino al giorno d’oggi ha portato non pochi problemi ai popoli ebreo e palestinese.