Principale Estero Nella notte gli Usa attaccano l’Iran

Nella notte gli Usa attaccano l’Iran

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Trumps full remarks: hails military success in Iran strikes, warns against future nuclear threats- foto tratta da video della NBC Montana

Attaccati nella notte, dagli aerei statunitensi B-2, i siti nucleari iraniani di  Fordow, Natanz e Esfahan. A darne la notizia, lo stesso Trump

Alle ore 2( ora italiana) di questa mattina, 22 giugno, il presidente Usa, Donald Trump, ha dato notizia  alla nazione   dell’attacco statunitense contro i principali siti nucleari iraniani.

Un attacco mirato, condotto esemplarmente, col favore della notte, che potrebbbe avere un seguito qualora Teheran non dovesse accettare la pace.

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The White House-Foto tratta da Pixabay

Uno spettacolare successo militare

In un discorso televisivo, durato poco più di 3 minuti, Trump, con toni solenni e trionfalistici, ha dichiarato “Gli attacchi sono stati uno spettacolare successo militare.  I principali impianti di arricchimento nucleare dell’Iran sono stati completamente e totalmente distrutti”.

Un attacco dunque, che, giocando sul fattore sorpresa, ha condotto a termine con successo un’operazione, sollecitata da Netanyahu, che potrebbe avere conseguenze disastrose.

La decisione di Trump di affiancare Israele nel conflitto contro l’Iran, presa ben prima della proclamata scadenza di due settimane, può rappresentare infatti una grave escalation del conflitto e di certo aggrava l’instabilità in Medio Oriente.

“O pace o tragedia”

Queste le parole di Donald Trump, un tempo presentatosi nelle vesti di pacificatore. Parole che incombono come macigno sul quadro allarmante di un conflitto che va estendendosi e che potrebbe coinvolgere anche altri Stati.

Né giovano a placare gli animi degli iraniani le rassicurazioni degli Stati Uniti in merito ad un eventuale cambio di regime in Iran.

Come riportato dalla CBS News infatti, nella notte i diplomatici Usa avrebbero contattato l’Iran per garantire che gli attacchi rientrano nei piani americani esclusivamente per la denuclearizzazione del Paese.

‘Fordow é sparita’

Senza mezzi termini, in linea con il suo stile, sul suo social Truth, il tycoon ha annunciato la distruzione del più importante sito nucleare iraniano: Fordow.

Su di esso infatti sarebbero state sganciate ben 6 bombe anti bunker, in grado di raggiungere una profondità di oltre 60 metri. Mentre 30 missili Tomahawk sarebbero stati lanciati contro altri siti nucleari.

Impossibile, comunque, al momento verificare la veridicità della notizia, stante la struttura e la fortificazione di  Fordow, sepolta sotto una montagna a sud di Teheran,

Secondo le dichiarazioni ufficiali iraniane il sito, attaccato da aerei nemici, non avrebbe subito gravi danni e, inoltre, non vi sarebbero segni di contaminazione, perché tutte le riserve di uranio arricchito sarebbero state trasferite altrove.

Una decisione anticostituzionale

Immediata l’eco destata in tutto il mondo dalla decisione di Trump di affiancare Israele in questa guerra contro l’Iran

Una decisione presa da Trump, a quanto sembra, a seguito di una telefonata con Netanyahu, che ne esalta il coraggio e la forza.

Una decisione che evidenzia il totale fallimento della diplomazia e l’imprevedibilità di un uomo che ritiene di poter gestire a suo piacimento le sorti del mondo.

E, se l’allarmismo domina il quadro politico internazionale, anche l’America di Trump comincia a rivedere le sue posizioni.

Sembra, infatti, che l’attacco ordinato da Trump non abbia incontrato i favori  di buona parte dei repubblicani, per una volta d’accordo con i democratici.

Si temono le conseguenze, specie sul piano economico, di una escalation di questo conflitto che ormai incombe sul cupo orizzonte internazionale.

E, dopo aver evidenziato nei giorni scorsi, che Trump, prima di impegnare l’esercito americano in questa cguerra, dovesse ottenere l’autorizzazione del Congresso degli Stati Uniti, alcuni repubblicani hanno dichiarato anticostituzionale la decisione di Trump.

Si parla di impeachment e molti esponenti del movimento MAGA non vedono di buon occhio l’iniziativa del presidente Usa.

Intanto si temono le conseguenze, mentre incombe lo spettro di una guerra di più vaste proporzioni.

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